Solo in Bielorussia, Nicaragua e Tagikistan si continua a giocare. Ma è follia!
“Vyšjšaja Liha“, la prima divisione del calcio bielorusso continua a giocare. Non la ferma neppure l’epidemia Covid-19. Oltre al calcio bielorusso (trasmesso in 10 Paesi tra cui Russia, India e Israele) sono ancora “attive” le massime serie del Nicaragua (dove i calciatori scendono in campo con mascherine e guanti) e del Tagikistan. Campionati non di grandissima rilevanza sportiva, ma unica opportunità tv/live (in quest’ultimo caso a livello locale) per gli appassionati di football in questa fase contingente.
Alexander Lukashenko, presidente della ?? (da sempre considerato un regime “totalitario”), sta totalmente sottovalutando il rischio di questa epidemia. Parla di semplice “psicosi”, di pochissimi contagiati e di ancor meno decessi. Oltre a ciò ha recentemente dichiarato che il virus può essere debellato bevendo alcol (nello specifico la vodka, secondo Lukashenko, ucciderebbe all’istante il virus). Nella realtà non è così e i tifosi del Neman Hrodna, impegnata in questa 3a giornata della nuova stagione di Serie A, promettono di non presentarsi sugli spalti. Chiedono, inoltre, che il campionato venga bloccato anche a tutela della salute dei calciatori. La “Vyšjšaja Liha” vede al 1° posto provvisorio l’Energetyk BDU Minsk, mentre la Dinamo Brest, campione in carica (per la stagione 2018/19), è solo 8°. Il Bate Barisov (vincitore di ben 13 scudetti consecutivi) infine è 10° nella parte bassa della classifica (la prima divisione è composta da 16 club).
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