Provate a chiederlo al pilota della Caterham Heikki Kovalainen che, per il primo Gran Premio della stagione 2012 di Formula 1, ha voluto stupire tutti con il suo originale casco. E, visto il successo che la notizia ha fatto in giro per il web, pare proprio ci sia  riuscito.

Per la gara d’esordio della F1 a Melbourne, in Australia, il pilota finlandese ha infatti indossato un particolare casco rosso con, in primo piano, il noto viso di Angry Birds, uno dei giochi più scaricati e apprezzati a livello mondiale.

Tutto questo per annunciare la partnership tra la Rovio Entertainment, la software house finlandese produttrice del gioco, e la Formula 1. Un’ottimo esempio di co-branded, oltre che una curiosa trovata pubblicitaria.
Per questo, il casco del pilota è stato personalizzato con l’immagine di uno degli uccellini rossi del videogame e con il nome del pilota scritto sui lati.

Il Gran Premio d’Australia è stato quindi l’occasione per celebrare l’esordio di Angry Birds in Formula 1.

“Questa è una grande collaborazione su molti livelli”, ha detto Heikki Kovalainen. “E ‘la prima volta che collaboro con una società di gioco. Come finlandese, sono anche felice di essere il backup di una società finlandese su una piattaforma globale. E poi, cosa più importante, sono un grande fan di Angry Birds! “.

Ci sarà anche una linea di merchandise co – branded rilasciata entro questa primavera, con una special edition del videogame che porterà ‘inconfondibile uccello “distruttore”, in perenne lotta con maiali e scimmie, direttamente sulle piste automobilistiche.

Il debutto di Rovio fra gli sponsor della Formula 1 è emblematico del successo planetario di Angry Birds, con decine di milioni di download su tutte le piattaforme mobili; il prossimo 22 marzo sarà rilasciato Angry Birds Space, in cui gli uccelli arrabbiati dovranno volare a gravità zero o distruggere alla velocità della luce.

Cosa hanno in comune Angry Birds e la Formula Uno?

Bè, all’apparenza sembrerebbe niente, eppure sotto sotto, anzi sopra in questo caso, un legame c’è.