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Sport business Academy, piu’ impianti e piu’ tifosi negli stadi

La richiesta per un rilancio impiantistico nazionale è stata fatta da Gianpaolo Pozzo, presidente dell’udinese Calcio e da Dino Meneghin, presidente della Federazione Italiana Pallacanestro. «Faccio calcio da 25 anni – ha ricordato il numero uno della società bianconera – ma il mio club non ha visto una crescita degli spettatori sugli spalti proporzionale ai risultati. Il tutto esaurito si fa solo quando giochiamo con le big. Questa situazione non è riconducibile all’offerta televisiva: se così fosse, in Inghilterra gli stadi sarebbero vuoti e non pieni come accade. La gente vuole vedere uno spettacolo e goderselo con un certo comfort: se questo non accade è logico che preferisca seguire la partita al bar con gli amici o a casa. Spesso, la proprietà degli impianti è dei Comuni e questo limita il raggio di azione delle società; per questo abbiamo proposto la formula di una convenzione con l’amministrazione cittadina per ottenere una concessione di 99 anni: vorremo uno stadio ospitale, idoneo alla nostra situazione».

L’esigenza di un ingresso dei privati nell’impiantistica nazionale è stata sottolineata dal professor Dino Ruta, co-direttore della Sport Business Academy: «Da un confronto tra il campionato di calcio italiano egli altri tornei europei, è emerso che l’impiantistica straniera presenta una capienza e una affluenza media superiore rispetto alla Serie A, nonostante la concorrenza delle televisioni sia identica a quella italiana.
Questo fenomeno va ricollegato al fatto che gli stadi appartengono a privati che si sono rivolti a professionisti che hanno saputo gestire queste strutture. Quando si parla di multifunzionalità non bisogna pensare solo ai centri commerciali negli impianti ma alla possibilità di sfruttare la struttura tutto l’anno per eventi di diversa natura».

Degli esempi pratici dello studio illustrato dalla Sport Business Academy, riferiti a casi di successo estero, sono stati portati da Yanni Andreopulos, Manager AEG Europa (società che si occupa di eventi e sponsorizzazioni), e Matt Rossetti, Presidente di Rossetti Associates, uno degli architetti più all’avanguardia nel panorama internazionale.

Yanni Andreopulos ha ricordato che la sua società possiede 11 impianti sportivi dai quali ricava 4 miliardi solo per il naming della struttura. A questi si aggiungono i ricavi dei negozi, della vendita/affitto dei palchi, degli abbonamenti per i Vip, e infine dei biglietti venduti che, rispetto alle altre entrate, costituiscono la percentuale minore di guadagno. Fondamentale anche l’uso di internet, altra fonte per promuovere iniziative e diventare fonte di guadagno: sui 50 siti musicali (altra attività della società) più cliccati al mondo, 11 sono gestiti dalla AEG.

Matt Rossetti ha evidenziato come una gestione condotta da privati abbia garantito al calcio statunitense (uno tra gli sport meno diffusi in nordamerica) una crescita delle partnership economiche da 70 a 700 milioni di dollari. Se nel 1985 la situazione americana di tutti gli impianti sportivi era identica a quella italiana, dopo un lavoro di ammodernamento degli spazi, l’apertura a diverse attività commerciali, le grandi sponsorizzazioni, la creazione di suite per i tifosi, e un nuovo e accattivante design, gli stadi si sono trasformati in luoghi da frequentare tutto l’anno e dove assistere a tutti gli sport grazie alla loro versatilità.

La gestione di nuovi impianti ha tuttavia bisogno di nuove professionalità che sappiano gestirli, uno dei compiti che si è prefissato Sport Business Academy.
«Il 3% del Pil italiano – ha dichiarato Giacomo Catano, AD di RCS Sport – viene dallo sport che si è dimostrato in controtendenza rispetto alla crisi economica. Tuttavia, in questo settore non basta una politica basata sui risultati degli atleti, c’è anche bisogno di creare nuove professionalità, una nuova categoria di manager dello sport. Questo è uno degli obiettivi di Sport Business Academy. Con RCS Sport vogliamo organizzare altri momenti di confronto come quello di oggi».

«Dopo quasi 2 anni dal lancio di Sport Business Academy – ha aggiunto Matteo Pastore, responsabile diritti Media e relazioni Esterne di RCS Sport e co-direttore di Sport Business Academy – la nostra volontà è di consolidare la nostra presenza nell’ambito della formazione executive e dei prodotti collaterali, quali tavole rotonde, e di intensificare i rapporti con la piazza di Roma dove le Federazioni Sportive e L’Istituto Per il Credito Sportivo rappresentano partner strategici per sviluppare nuovi progetti».

All’incontro odierno, hanno partecipato, tra gli altri, Claudio Barbaro (Relatore alla Camera della Proposta di Legge sugli Impianti Sportivi), Ernesto Paolillo (Amministratore Delegato e Direttore Generale di F.C. Internazionale) Michele Uva (Responsabile Sviluppo, Centro Studi ed Iniziative Speciali Figc), Andrea Abodi (Presidente della Lega B), Luciano Buonfiglio (Presidente della Federazione Canoa e Kajak) e Patrizia Prestipino (Assessore alle Politiche del Turismo dello Sport e dei Giovani della Provincia di Roma).

Nuovi impianti per rilanciare lo sport, favorire la crescita economica delle società sportive e riportare spettatori negli stadi.
E’ questa la “richiesta” del mondo sportivo italiano, emersa oggi nel corso della tavola rotonda “Gli impianti sportivi per le economie del territorio: l’emergere di nuove competenze”, organizzata presso l’Associazione Civita di Roma da Sport Business Academy, progetto di alta formazione manageriale in ambito sportivo (ideato da RCS Sport e SDA Bocconi School of Management), con la coorganizzazione di ICS, l’Istituto per il Credito Sportivo, e il contributo della Federazione Italiana Pallacanestro.
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Marcel Vulpis

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