Il nuovo presidente Ioannis Alafouzos, dopo aver acquisito il 75% delle quote a titolo gratuito (il precedente proprietario, l’armatore greco Vardinoghiannis l’ha svenduto pur di non continuare a pagare debiti), ha lanciato una super-colletta tra la tifoseria. Il risultato è stato di appena 1,5 milioni di euro. Troppo poco per potersi rialzare, ma l’economia ellenica nonostante gli aiuti dell’UE è ancora incapace di rialzarsi e creare sviluppo per l’intera collettività. La posizione in classifica (al 6° posto) non consente poi grandi sogni di gloria. La Champions, che potrebbe aiutare a rafforzare le casse societarie, è solo una illusione e l’unico aspetto concreto è il livello debitorio raggiunto dall’ex squadra della classe ricca di Atene. Non c’è pace in casa del Panathinaikos, uno dei club più popolari del calcio greco. Dopo la richiesta (rispedita al mittente) di poter giocare all’ora di pranzo per risparmiare sulla bolletta della luce, sono stati resi note le cifre del “buco nero” a livello finanziario. I debiti principali sono nei confronti delle banche (8 milioni di euro) e dei calciatori (8 mln in stipendi arretrati), fisco (6 mln), agenzie di viaggio (3,5 mln), procuratori sportivi (1 mln) e bollette/costi di manutenzione dell’impianto sportivo (1,5 mln), oltre a un serie di altri costi accessori per la parte residuale di un crac da 30 milioni di euro.