Sport&Affari – Il business della Champions League
Wembley 2011 val bene un assegno da oltre 50 mln di euro
I ricavi dei club iscritti alla Champions league, la competizione più ricca per club
di Marcel Vulpis*
L’Italia, grazie alla presenza delle squadre qualificate agli ultimi due tornei, ha guadagnato più di 104 milioni di euro. Questi, in sintesi, i dati più significativi di uno studio annuale commissionato da Mastercard (tra i main sponsor della Champions) al docente britannico Simon Chandwick.
L’indagine indica, inoltre, che la vendita dei biglietti genera un rendimento di circa 8,55 milioni di euro ai team. Le attività di marketing/commerciali favoriscono entrate per circa 6 milioni di euro, mentre la sola qualificazione alla fase di eliminazione fa incrementare il valore del club di circa 5 mln.
Attraverso, inoltre, la qualificazione ai gironi si genera una spinta economica così suddivisa: 28% dai premi in denaro, 24% dal profitto commerciale Uefa, 20% dall’incasso della biglietteria, 16% dalle entrate di marketing e 12% legato al fair value (crescita di valore) della squadra.
Nello specifico le 16 selezioni che raggiungeranno gli ottavi 2010/2011 incasseranno 3 milioni di euro a testa, le partecipanti ai quarti 3,3 mln e le semifinaliste 4 milioni di euro. Chi conquisterà il titolo, il prossimo 28 maggio a Londra (stadio di Wembley), incasserà 9 milioni di euro, mentre alla seconda classificata spetteranno 5,2 mln. Se una squadra vince tutte e sei le partite della fase a gironi incassa 11,9 milioni di euro. Cifra che cresce a 14,9 milioni di euro grazie al premio di qualificazione agli ottavi. Alla fine del torneo un top club può guadagnare fino a 50 milioni di euro, un “tesoretto” che può essere immediatamente reinvestito sui nuovi acquisti del calciomercato estivo. L’Uefa prevede di premiare le 32 squadre (stagione 2009/2010) potendo contare su un budget di 413,1 mln di euro (senza considerare il sistema del market pool). E l’Inter F.c. fresca campione d’Europa (dopo la vittoria dello scorso maggio al Bernabeu sul Bayern Monaco) si è portata a casa un assegno Uefa da oltre 47 mln di euro. Una dote preziosa soprattutto quando a giugno 2011 si chiuderà il prossimo bilancio. Sperando che sia finalmente in utile dopo lunghe stagioni di vittorie, ma anche di segni in “rosso”. E in caso di bis dell’Inter a Londra molti analisti stimano che possa superare i 50 milioni di euro di premi.
* direttore agenzia stampa SPORTECONOMY.IT
La Uefa Champions league (nella foto l’immagine del pallone adidas utilizzato a Roma nella finale dello stadio Olimpico – stagione 2008/9) ha impatto stimato di 6 miliardi di euro per l’economia europea, con l’Italia, l’Inghilterra e la Spagna, che beneficiano della maggiore spinta economica. In totale, il rendimento annuale di questa competizione per club è paragonabile alla finale del Mondiale di calcio di Germania 2006 (vinta dall’Italia sulla Francia ai rigori).
Sport&Affari – Il business della Champions League
La fase finale, con il coltello tra i denti, per squadre come Juve, Fiorentina o Milan (rimasta esclusa dai preliminari) può sembrare qualcosa di particolare nel calcio del Terzo Millennio, ma è pienamente in linea con le opportunità di business che una competizione come la Champions offre a chi riesce ad iscriversi direttamente (o attraverso il girone dei dannati dei "preliminari"). Esserci o non esserci può fare la differenza alla fine della stagione.
Partecipare alla prima fase significa incassare circa 20 milioni e 200 mila euro.
Punto di partenza sono i tre milioni di «starting bonus» che l’Uefa garantisce a tutti i 32 club che prendono parte alla prima fase a gironi. Poi sono garantiti 400 mila euro per ogni partita disputata, sempre nel primo step della competizione. Le gare sono sei, il totale è 2,4 milioni. E così arriviamo già complessivamente a 5,4 milioni. Per ogni partita vinta, inoltre, l’Uefa offre un premio di 600 mila euro e 300 mila per ogni pareggio. Le sconfitte, ovviamente, non vengono premiate. La fetta più grossa arriva dal cosidetto «market pool», i proventi dei diritti tv: ogni nazione, in base alle squadre partecipanti e ad alcuni parametri televisivi ha una sua quota che poi viene equamente suddivisa tra le partecipanti stesse. In questa Champions le quattro italiane (inter, Milan, Roma e Lazio) si sono divise nella prima fase 40 milioni: 10 mln di euro a testa.
Inoltre potrebbero aggiungersi a questa cifra altri premi da parte degli sponsor se sono stati stipulati dal club accordi legati al raggiungimento della competizione più prestigiosa.
I numeri del business economico-sportivo della Champions league, l’evento continentale per club per eccellenza. Numeri e riflessioni sul format a marchio Uefa.
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