Sport&Affari – Il calcio in Cina
Dall’apertura della lega professionistica ad oggi sono migliorate la qualità in campo e il livello della competizione; sono aumentati gli sponsor e di conseguenza gli investimenti che permettono alle società cinesi di acquisire giocatori e allenatori stranieri. Da tutto ciò ha tratto beneficio il profilo tecnico-tattico, notevolmente progredito, e di conseguenza l’affluenza del pubblico, da sempre attratto dalla spettacolarità del match e dalle prodezze tecniche e balistiche dei protagonisti in campo. Il culmine dello sviluppo del calcio cinese è stata la qualificazione della rappresentativa nazionale ai campionati del mondo del 2002 (dopo averla fallita per quelli del 1998) che hanno avuto luogo in Corea e Giappone.
Insieme agli uomini, dall’Europa si importano anche modelli organizzativi e di gestione economica delle società. La creazione della Super League da parte della federazione nazionale rivela l’esigenza e la volontà di puntare in maniera più decisa rispetto al passato sulle società sportive che la compongono: ecco quindi la nascita di una serie di norme che regolino l’amministrazione finanziaria e organizzativa di tali società, con una particolare attenzione ai programmi di sviluppo dei settori giovanili, linfa vitale per la crescita della cultura calcistica nel paese.
Carsten Jancker – debutto nello Shanghai Shenhua maggio 2006
Proprio gli sponsor, come portatori di denaro nelle casse societarie, hanno svolto e tutt’ora recitano un ruolo fondamentale nel movimento calcistico cinese, spesso segnando con il proprio nome quello delle squadre o della lega professionistica cui sono legate contrattualmente. Tutto ciò non crea però grande affezione e identificazione da parte del pubblico verso squadre che vedono mutare di anno in anno la rispettiva denominazione sociale, legata imprescindibilmente agli “umori” dell’azienda che si occupa della sponsorizzazione. Talvolta sono i governi locali a farsi carico di ingenti spese per mantenere intatta una società calcistica all’interno di una città: altro elemento che conferisce al movimento poca stabilità, considerato il carattere effimero degli scenari politici. Il calcio cinese sembra pertanto essere spinto da un motore quasi esclusivamente economico, che poco ha a che fare con il sociale e con il radicamento di una tradizione sportiva presso tutte le classi della popolazione, come in Italia.
Nel 2004 è stata la multinazionale Siemens a “griffare” la Super League, a suon di milioni di dollari.
La stagione successiva è partita con un certo ritardo proprio per la difficoltà di trovare un partner economico valido che garantisse alla lega la sopravvivenza. Nell’ultima stagione (2006) è subentrata la iPhox, che ha dato il nome al campionato (iPhox Chinese Super League).
Dal punto di vista degli stipendi è stato recentemente introdotto un tetto pari a 600mila dollari sugli emolumenti dei trasferimenti dei giocatori. Gli ingaggi annuali medi vanno dagli 80mila dollari ai 250mila per i giocatori cinesi, ma possono raggiungere anche i 500mila dollari per i calciatori stranieri.
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