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Sport&Affari – Michel Platini e il fair play finanziario su Romanews.eu

"Con le nuove regole legate al fair play finanziario proteggeremo il business di Abramovich, Massimo Moratti e Glazer. Sono sicuro che vogliono vendere, ma chi comprerebbe club con tanti debiti? Chi sarebbe così stupido?". Ad aver fatto questa dichiarazione è Michel Platini, numero uno dell’Uefa, che, da tempo, stigmatizza i comportamenti di molti presidenti di calcio, che a vario titolo, o spendono e spandono rincorrendo il miraggio della popolarità o gestiscono le perdite passando anche per benefattori.
In questa seconda categoria fanno parte molti dei numeri uno del calcio tricolore. Ormai i management di questi club sono votati alla “gestione delle perdite” piuttosto che allo sviluppo dei ricavi.

Ecco perché siamo perfettamente allineati con il Platini-pensiero e anche noi ci permettiamo di dire: “Chi sarebbe così stupido da acquisire club che sono indebitati fino alle fondamenta o che per andare avanti sono obbligati a ricapitalizzare prima dell’inizio della nuova stagione?”.
Magari viviamo in un altro mondo, ma abitualmente una azienda (e ci sembra che ormai tutti i football club sono società con scopo di lucro) che non raggiunge un risultato positivo, di anno in anno, è, prima o poi, costretta a chiudere, perché è nel dna di qualsiasi impresa produrre utili e non perdite.

I risultati di gestione delle società di calcio italiane si stanno però ritorcendo proprio contro coloro che l’hanno generati. Chi prenderebbe mai un club che ogni anno ricapitalizza per vivere? La ricerca della popolarità, dell’essere idolatrati a priori, sta per rivoltarsi proprio su questi personaggi. Dopo Calciopoli si sperava, tra addetti ai lavori, che si arrivasse a un new deal. Qui mi sembra, invece, che si stia andando di male in peggio. Spesso ci chiedono come mai in Italia o a Roma non arrivino i magnati presenti in altri campionati a partire da quello inglese (la mitica Premier League). La risposta è molto semplice. Ad oggi la serie A non è un format così competitivo come la Premier league o la Spagna. Troppi interessi di bottega, troppi soggetti che vogliono contare. Tutti vogliono mettere bocca su tutto, pur non avendo i mezzi nemmeno per fare o persino per parlare. In un Paese del genere quando mai potrebbe approdare un Malcom Glazer, o un Roman Abramovich. “Chi sarebbe così stupido”, parafrasando ancora una volta Platini. Il re è nudo, bisogna solo ammetterlo di vederlo per quello che è. Il calcio italiano ha bisogno velocemente di essere rifondato. Nuovi presidenti, nuovi dirigenti, nuovi stadi, nuove idee, ma anche (forse) nuovi tifosi. Speriamo solo che questo processo possa partire il prima possibile, per evitare il default di sistema.  

fonte: Romanews.eu

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Marcel Vulpis

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