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Sporteconomy al fianco dei colleghi di Roma Uno Tv

Forte comunicato dell’Associazione Stampa Romana, di cui il direttore dell’agenzia Sporteconomy, Marcel Vulpis, è membro all’interno della componente sindacale Giornalisti Italiani Uniti (guidata dal giornalista Rai Televideo Fabrizio De Jorio), che ha voluto ricordare le difficoltà che stanno vivendo in queste ore i colleghi di Roma Uno, il cui segnale tv è spento da un paio di giorni. Colleghi che non possono lavorare, perché è impossibile andare in onda.

Questo fatto increscioso è un ulteriore segnale”, dichiara Marcel Vulpis di GIU, “di quanto l’editoria romana, soprattutto televisiva, è incapace di andare avanti con forze proprie. Oggi questa rete locale sconta (presumibilmente) una serie di errori imprenditoriali della proprietà vecchia, oltre che di quella nuova, Ma il caso di Roma Uno, rischia nel futuro di non rimanere isolato, perché la “locale” non ha più senso di esistere se si continua a sperare di farla rientrare in logiche pseudo-politiche capaci (un tempo, ma non oggi ovviamente) di generare risorse economiche, che hanno drogato il mercato, ma impoverito la strategia di sviluppo di questo network. Come Sporteconomy, oltre che a titolo personale, siamo chiaramente dalla parte dei colleghi che non percepiscono  da tre mesi, ma che, oltre a ciò, non riescono neppure a lavorare in serenità. E’ importante chiedere l’intervento delle istituzioni a livello comunale e regionale, ma crediamo, come GIU, che sia più importante incontrare la nuova proprietà per capire quali possano essere le linee guida del nuovo piano industriale/informativo. Altrimenti la situazione rischia solo di peggiorare“.

Di seguito il comunicato dell segretario ASR, Lazzaro Pappagallo.
Da un paio di giorni Roma Uno non offre segni di vita. Il canale 11 si apre sul nero. E’ stato staccato il segnale perché l’azienda, morosa da tempo, non paga chi gestisce il ponte di trasmissione.
E’ un punto di non ritorno.
I colleghi sono lì, nella sede di via Groenlandia, e non possono andare in diretta, non possono chiudere i pezzi televisivi, non possono raccontare il territorio.
I giornalisti e i lavoratori continueranno la loro mobilitazione e attendono un chiaro segnale da parte dei nuovi imprenditori, dopo una serie di incontri in cui l’unica cosa verosimile pare un drastico ridimensionamento degli organici.
Per il momento sanno solo che gli stipendi, ridotti dalla solidarietà, non sono pagati da tre mesi e che non si va più in onda.
Chiediamo solidarietà e sostegno a tutti coloro i quali in questi lunghi anni di trasmissione hanno apprezzato serietà, impegno, dedizione e pluralismo dell’unica televisione privata all news radicata a Roma. Chiediamo un intervento della Regione Lazio, del Commissario Tronca e del prefetto Gabrielli per non disperdere questa preziosa risorsa del giornalismo della Capitale.

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Redazione

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