Punto e a Capo

Sport&Gossip – La Sensi “rompe” con la stampa romana

Intervistata durante un premio capitolino Maria Sensi, moglie di Franco Sensi (presidente dell’A.s. Roma), ha esternato parole dure contro la stampa romana, rea di trattare male la compagine giallorossa. Le ha risposto Bruno Tucci – presidente del Consiglio Regionale del Lazio/ODG: “Mi permetto di dire che ho dei dubbi sulla figura Maria Sensi. Se fosse stato il marito a parlare sarebbe stata una cosa diversa, ma non è che la regina è importante quanto il re. Vorrei dire che c’è uno sport popolare nazionale: quello di colpevolizzare solo i giornalisti. E’ un giochetto che conosciamo da tempo”. Dov’è che manchiamo noi giornalisti? “La stampa italiana non manca in niente. Se poi la signora Sensi si rivolgeva a quelle persone che hanno un microfono in mano e non dovrebbero averlo perché magari non sono né pubblicisti né professionisti, non è un problema nostro. Bisognerebbe rivolgersi ad altri, non all’Ordine. Se poi la signora Sensi si sente tanto importante da dare giudizi, mi permetto di fare una provocazione: mettiamola in una commissione d’esame e vediamo come potrà giudicare i giornalisti. Nel bene o nel male. Dico, piuttosto, a ciascuno il suo. Non può essere che un giornalista venga giudicato da una persona con gli occhi colorati di giallo e rosso”. Come si fa a far capire che la stampa non segna gol? “Se la Roma prende sette gol a Manchester o prende tre schiaffoni al derby, la colpa è sempre della stampa romana? Cerchiamo di essere seri e di non fare affermazioni così generiche e assurde che non stanno né in cielo, né in terra”. 


Nota della redazione: Non possiamo che plaudere per l’intervento di Tucci, che ha sottolineato, come, ormai, con la parola “giornalista” si faccia un pò di confusione. Sono molti, forse troppi, i “presunti tali” che conducono trasmissioni senza averne la titolarità, spacciando le stesse per momenti di informazione. Il problema è degli editori di molte radio capitoline che permettono la conduzione di programmi a persone che non svolgono abitualmente informazione giornalistica. A costoro ci sarebbe sempre da chiedere il tesserino (almeno da pubblicista), prima di entrare in studio. Purtroppo logiche spicciole di mercato consentono l’esatto contrario.

Previous post

Boxe - Salta l'incontro: Klitsckho rischia di pagare 5 mln di dollari

Next post

Scherma - Terzo posto per le Fiorettiste azzurre

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *