Stadi – In curva arriva lo sponsor
Riportiamo l'articolo che Marcel Vulpis – direttore dell'Agenzia sporteconomy ha scritto per L'Espresso questa settimana.
In curva arriva lo sponsor (fonte: L'Espresso)
di Marcel Vulpis
Prove tecniche di ricavi da stadi. Possono essere sintetizzate così le iniziative lanciate nelle ultime settimane dalla Coni servizi e dalla Federugby italiana per generare profitti dalla gestione dello stadio Olimpico e del Flaminio, entrambi nella capitale. Parte quindi da Roma e dall'utilizzo degli spazi esterni per imponenti campagne pubblicitarie il rilancio degli impianti di calcio, che all'estero sono già polifunzionali da tempo e che in Italia, invece, sono dei business di segno negativo.
Il Coni si è affidato all'agenzia Infront Italy (la stessa che si è proposta come advisor della Lega calcio per la gestione dei diritti tv a partire dalla stagione 2010/2011), la Fir ha gestito in proprio il rapporto chiudendo un accordo con Iveco, che campeggia sulle due curve del Flaminio con un grande striscione pubblicitario. L'Olimpico farà le cose più in grande. Infront infatti potrà commercializzare più di 6 mila metri quadri di superficie esterna dello stadio, con ricavi stimati a regime nell'ordine dei 2-3 milioni di euro (centro studi Sporteconomy).
Si parte, in entrambi i casi, dall'esterno, ma è un primo passo importante. Una sorta di rivoluzione copernicana per lo sport tricolore inteso in quanto tale. Il vero problema per lo sviluppo ulteriore di queste iniziative (soprattutto all'interno degli stadi) è che gli impianti non appartengono ai proprietari dei club, l'esatto contrario di quanto avviene nella Premier league inglese o in Spagna e Germania. Basti pensare che il Real Madrid, in appena cinque anni, ha raddoppiato le entrate collegate allo stadio: nel 2001 incassava 42 milioni di euro, un anno fa ha superato il tetto degli 80 milioni.
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