Stadi – Per il nuovo stadio della AS Roma naming rights da 100 milioni di euro
Tra poche settimane l’AS Roma potrebbe presentare al sindaco di Roma, Ignazio Marino, il progetto definitivo del nuovo stadio, grazie anche al supporto dell’advisor finanziario Goldman Sachs. «Pallotta ha parlato di un investimento di 1 miliardo di euro» ha annunciato ai media nei giorni scorsi Marino. Il business plan prevede anche il coinvolgimento di aziende di profilo internazionale, come lo sponsor tecnico Nike, o la Disney chiamata ad intervenire su una serie di spazi commerciali, fino a un partner a cui affidare i servizi digitali/tecnologici. Pallotta & soci sono già al lavoro anche sul fronte della vendita dei diritti di nome del futuro impianto: 100 milioni di euro.
Queste i rumour più interessanti che sono trapelati sul tema dello stadio giallorosso, ma analizzando con attenzione l’intera operazione ci sono due “item” ancora da capire e risolvere. La costruzione di uno stadio di calcio impatta inevitabilmente sul territorio su cui graviterà la struttura (parliamo di Tor di Valle) e sarà centrale il peso e l’intervento (soprattutto in termini di tempi) della municipalità capitolina. Secondo quanto riporta “radio-Giulio Cesare” (ovvero l’aula del consiglio comunale capitolino) Marino non sarebbe più nei favori dello stesso PD, che l’ha portato fino in Campidoglio. Sono diversi gli esponenti politici ad assicurare che il numero uno della Capitale potrebbe essere sfiduciato nel prossimo autunno, con nuove elezioni comunali in primavera (2015). Possibile, in questo caso, un cambio di vertici politici, in chiave centro-destra, e questo non aiuterebbe la volontà degli americani di trovare un interlocutore politico credibile in Campidoglio. Altro discorso è quello dei diritti di nome del futuro stadio: gli americani ritengono di poterli vendere a 100 milioni di euro (una cifra record anche per il mercato del football europeo, nettamente superiore anche alla stessa Allianz Arena del Bayern Monaco), nella realtà però l’unico impianto di proprietà in Italia (lo Juventus stadium) non ha mai generato un euro in questo specifico segmento).
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