Stadi – Udinese: lo sviluppo del progetto del nuovo Friuli
Ben 25 mila gli spettatori dichiarati, ma che possono essere
ampliati a 30 mila in caso che l’Italia
possa ospitare gli Europei, dove Udine sarebbe candidata d’ufficio.
Intanto non si placa la polemica sui concerti, che sicuramente terrà banco ancora per molto. Udine, infatti,
negli ultimi anni era diventata la capitale italiana dei grandi eventi musicali
e questo aveva portato sicuramente benefici per il turismo. Non passando il
cosiddetto emendamento salva-concerti che voleva aumentare la capienza
dell’impianto da 25 a 35 mila, il nuovo “Friuli” rimarrà stadio fatto e pensato solo per il
calcio. L’Azalea, promotrice dei concerti, a questo punto non ci sta e per il
futuro ipotizza di trasferire i concerti a Trieste, Padova o Verona. In futuro,
comunque, si potrà trattare
ancora: l’importante per adesso è rifare
il “Friuli”, poi una volta completato l’iter chi è intenzionato
a valorizzare ulteriormente l’impianto crediamo sarà il benvenuto, o almeno questo è l’auspicio
che anche gli amanti della musica fanno.
Rimane il fatto che i lavori proseguono. La prospettiva di un nuovo
stadio “Friuli” in tempi brevi è sempre
più concreta.
Come si apprende dal sito
ufficiale della società bianconera, udinese.it, il Coni e la Figc hanno
infatti dato parere favorevole, dopo un’attenta e approfondita istruttoria, al progetto definitivo di
riammodernamento dello stadio. Un parere, fondamentale nell’iter burocratico ed amministrativo che porterà all’inizio dei lavori, arricchito dal particolare,
tutt’altro che secondario, che i
massimi organismi del calcio e dello sport italiano hanno concesso il via libera
senza correlarlo a prescrizioni vincolanti.Attenzione agli intoppi, però:
Una nuova tegola rischia di cadere sulla costruzione del nuovo stadio Friuli a
Udine.Il progettista del nuovo impianto, l’ingegner Roberto Regni di Perugia, il
professionista che con l’Udinese
calcio ha costituito l’Associazione
temporanea d’impresa
(Ati) Area progetto Stadio Friuli, che si è aggiudicata
il diritto di superficie dello stadio Friuli, ha denunciato al Comune di Udine
alcune presunte irregolarità nelle procedure a evidenza pubblica richieste dalla Corte dei conti
per autorizzare la cessione del diritto di superficie.
E se l’Udinese respinge tutte le accuse, il Comune
tace nonostante il progettista abbia già fatto sapere di voler uscire in anticipo dall’Ati. Ed è proprio
questo il punto perché se si dovesse arrivare a una risoluzione
del contratto potrebbe essere a rischio anche la gara per l’aggiudicazione del diritto di superficie.
Alla fine lo stadio costerà 40
milioni circa. Una cifra coperta interamente dagli introiti che arriveranno
dalle TV nelle casse bianconere. Ha vinto la Lega Calcio e, in parallelo, la
battaglia sull’assegnazione
di diritti televisivi ha rappresentato anche un piccolo trionfo targato Udinese
e Stefano Campoccia. Il vicepresidente bianconero, infatti, all’interno dell’assemblea è sempre
stato, in questi lunghi giorni di trattative, uno dei fautori della linea dura
nei confronti dei broadcaster per la spartizione delle dirette televisive della
Serie A nelle stagioni 2015-2018. I calcoli aritmetici esatti devono essere
ancora completati, ma a spanne il nuovo accordo siglato dall’advisor Infront Italy a favore delle squadre
di Serie A permetterà all’Udinese
di ottenere una base di dieci milioni di euro in più all’anno – per il triennio 2015-2018 – grazie al
computo degli incassi che si basano sulla legge Melandri.
Un vero e
proprio trionfo per l’uomo in Lega dell’Udinese, Stefano Campoccia, che è riuscito a far passare la
propria linea, lasciare ai due broadcaster, Mediaset e Sky, il compito di
decidere come spartirsi i pacchetti acquisiti probabilmente inserendo le
dirette della Champions League nella trattativa, e regalare ai bianconeri
qualcosa come 30 milioni in più in un triennio. E visto che i lavori di ristrutturazione del
nuovo stadio Friuli – al netto di quello che si vorrà realizzare nel piano superiore e in quello inferiore al terreno
di gioco – costeranno alle casse societarie 25 milioni 404 mila euro, il
tesoretto portato in dote da Campoccia servirà a coprire interamente questa spesa.
Una spesa che
regalerà anche infrastrutture come
negozi, ristoranti, skybox, insomma tutti i comfort che gli stadi moderni
europei hanno già e che solo lo Juventus Stadium in Italia ora può vantare. Indsmma, il bianconero,
qualunque sia, porta innovazione, alla faccia dei colori che ricordano vecchi
tempi andati.
Il nuovo calcio
abita a Torino e presto a Udine. Con evidente benefici per la squadra: si pensa
che gli abbonati da una media di 13 mila passeranno almeno a 19 mila, ma
ovviamente qui si dovrà fare i conti con l’aspetto
sportivo, ma da questo punto di vista l’Udinese ha
dimostrato di saperci fare: non per nulla nella classifica degli ultimi 15 anni
è addirittura
sesta.
(di Monica Valendino) – Dopo che la gara d’appalto ha stabilito chi deve svolgere i lavori (la Coop emiliana che ha già svolto grossi impianti), i lavori sono cominciati alacremente. Già demolita la curva nord e gran parte dei distinti, ora si inizierà a lavorare per la costruzione del nuovi settori. L’intenzione è dare almeno per febbraio agli spettatori la possibilità di trovare posto inq usti settori. L’intera opera, invece, potrebbe slittare di qualche mese, non tanto per la costruzione dello stadio quanto per le infrastrutture interne. Insomma, da Luglio prossimo l’Udinese abiterà in una nuova casa.
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