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STADIO AS ROMA, LA DIRIGENZA NON FRENA: INIZIO LAVORI ENTRO 2019
(di Dario Leo) – Non si ferma l’iter dello stadio della AS Roma (progetto previsto nell’area di Tor di Valle). Sembrerebbe ferrea la volontà della dirigenza giallorossa nel perseguire l’intento di iniziare il prima possibile i lavori di costruzione della nuova casa di As Roma, obiettivo primario del nuovo corso americano e sbandierato già dall’insediamento nel 2011.
La realtà è che il nuovo terremoto giudiziario che ha colpito l’amministrazione capitolina, e che potrebbe riservare nuovi colpi di scena imminenti, potrebbe effettivamente avere ripercussioni sul progetto stadio, rallentandone significativamente il percorso di realizzazione.
Torna a farsi sentire il presidente di As Roma James Pallotta che intervenendo ai microfoni di un’emittente radio privata romana ha auspicato:”I tifosi vogliono lo stadio per loro e per stare più vicini alla squadra. Vogliamo iniziare i lavori del nuovo impianto entro il 2019 e dare alla Roma lo stadio che si merita”. Queste parole fanno da corollario alla più perentoria presa di posizione del suo più stretto collaboratore in Italia, l’AD Mauro Baldissoni che all’indomani degli arresti e del paventato slittamento dei lavori aveva tuonato:” ..Quando parliamo dello stadio noi abbiamo un diritto a vederlo realizzato nei tempi più rapidi possibili visto che la conferenza dei servizi è terminata quindi mesi fa”.
Il terremoto giudiziario in questione riguarda l’arresto di Marcello De Vito, presidente del consiglio comunale di Roma, e del suo avvocato e presunto socio Camillo Mezzacapo, accusati del reato di corruzione.
Nel giugno dello scorso anno un primo filone della stessa inchiesta si era concluso con 9 arresti, tra cui quello eccellente di Luca Parnasi, amministratore delegato di Eurnova, la società da cui James Pallotta aveva acquistato i terreni per la costruzione della nuova casa della Roma, e che si sarebbe occupata dei cantieri.
Pur dimostrata a più riprese la totale estraneità di AS Roma da queste vicende giudiziarie, appare inevitabile come esse provocheranno quantomeno lo slittamento in avanti dell’inizio dei lavori, anche considerando che la nuova variante progettuale varata deve ancora affrontare il passaggio dell’approvazione della Regione.
La stessa sindaca Raggi, che si era spesa in prima persona per la modifica e l’approvazione del nuovo progetto sembra ora tentennare, e preoccuparsi più di come fronteggiare una scontata offensiva giuridica da parte dei proponenti, in questo caso AS Roma, piuttosto che agevolare l’iter progettuale. Potrebbe appellarsi ad uno dei nodi ancora irrisolti della questione: il parere negativo, ma non vincolante, del politecnico di Torino riguardo il rischio idrogeologico della costruzione di uno stadio nell’area dell’ex ippodromo di Tor di Valle, argomento già sollevato con vigore due anni fa dall’allora assessore all’urbanistica dell’amministrazione pentastellata Berdini, poi sollevato dall’incarico, e da sempre contrario al progetto.
La partita rimane aperta. Pallotta ed i suoi sembrano non aver minimamente abbandonato l’idea di regalare un nuovo impianto ai propri tifosi, nonostante gli estenuanti ritardi di un progetto che sotto l’amministrazione Marino sembrava di poter toccare con mano, tanto da auspicare un trasferimento della Roma nel nuovo stadio già dalla stagione 2016-2017. Peserà non poco anche il futuro politico di Roma, la cui amministrazione sembra vacillare pesantemente sotto i colpi di inchieste giudiziarie e diffusi disservizi che attanagliano la città. La sensazione è che un cambio di rotta politica possa portare ad uno sblocco definitivo, in senso positivo o negativo, della questione stadio Roma, che durante il mandato Raggi si è impantanata in una palude di rinvii e ritardi.
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