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Stipendi nello sport: domina il City, l’Italia tira la cinghia

Negli ultimi giorni è stata pubblicata un’indagine sulle società che pagano i salari più alti nel mondo dello sport. Nessuna squadra italiana, come prevedibile, è risultata tra le prime… Il gruppo dei più spendaccioni viene guidato dal Manchester City dello Sceicco Mansour, capace di pagare ad ogni suo giocatore uno stipendio di 6,5 milioni di euro (in media). Il podio viene chiuso da due squadre di baseball americano: le storiche franchigie dei New York Yankees e dei Los Angeles Dodgers (circa 6 milioni a giocatore). La Top 10 è dominata dal calcio: al quarto posto il Real Madrid, seguito dagli eterni rivali del Barcellona. La settima e l’ottava piazza sono occupate dai Campioni d’Europa del Bayern Monaco e dai Red Devils. Il Chelsea del ricchissimo Roman Abramovich chiude il ranking delle prime dieci.Il calcio del vecchio continente, nella fattispecie quello inglese, domina a livello numerico la scena. Sembrerebbe un controsenso viste le normative lanciate dall’UEFA riguardo al Fair Play Finanziario, ma solo gli Sky Blues rischiano (se mai queste direttive verranno realmente applicate) delle sanzioni. Grazie invece agli enormi profitti generati (anche dalle sponsorizzazioni dei grandi brand delle scommesse sul calcio rientrano all’interno dei parametri: Real, Barça, Bayern e United. Leggendo a fondo i numeri, pubblicati da Sportingintelligence si evince come sia la NBA la lega dove i professionisti se la passano meglio, poiché nel basket d’Oltreoceano la media salari è di 3,3 milioni di euro. Per fare un paragone, la Premier League arriva a 2,76 milioni. Spulciando tra l’enorme mole di dati forniti dal sondaggio, arrivato alla quinta edizione, troviamo stilata anche una classifica degli ultimi cinque anni (sempre riguardo alla media ingaggi). In questa graduatoria ecco spuntare le italiane, presenti con le due milanesi: il Milan al 10° posto, l’Inter al 15°. È facilmente leggibile la situazione delle due cugine, il cui monte ingaggi del 2014 è letteralmente crollato rispetto alle precedenti stagioni. E se due delle più gloriose società del nostro calcio riducono le spese, è chiaro come tutto il sistema italiano vada incontro ad un ineluttabile ridimensionamento. Non passa giorno senza che i nostri quotidiani sportivi, le rubriche dedicate, le maggiori emittenti e i social networks non ci parlino della crisi che da qualche anno ha colpito il nostro calcio (e lo sport in generale). Con le nuove norme imposte dalla UEFA in tema di Fair play finanziario e i pochi soldi da investire, la nostra Serie A si è anno dopo anno impoverita. Nessuna reazione è arrivata dal sistema calcio: i tanto richiesti nuovi stadi sembrano un miraggio, la riduzione delle squadre nella massima serie (che rialzi il livello tecnico) non è mai stata nemmeno discussa. Così, da traino del calcio europeo, il calcio italiano si è ridotto a ruota di scorta delle ben più ricche Premier League, Liga e Bundesliga.

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Marcel Vulpis

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