SuperCopa di Spagna in Arabia Saudita: contratto record da 120 milioni di euro in 3 anni
(di Marcel Vulpis) – Si torna a parlare di Arabia Saudita e di calcio a meno di un mese dalla vittoria della Lazio, nella Supercoppa italiana, sui rivali della Juventus. L’occasione è la “Final 4” di SuperCopa di Spagna (36ima edizione). La sede scelta, questa volta, non è il “King Saud University stadium” di Riyad, come per l’evento organizzato dalla Lega calcio Serie A, ma l’impianto di Jeddah conosciuto con il nome di “King Abdullah Sports City” (capienza di oltre 62 mila posti a sedere; di proprietà di Saudi Aramco e General Sports Authority). Inseriti nel nuovo format (annunciato ai media dalla Federcalcio spagnola lo scorso 19 febbraio 2019) quattro top club della “Liga Santander”: il Barcellona, nelle vesti di campione nazionale, il Valencia (vincitore della Copa del Rey), l’Atlético Madrid e il Real Madrid (rispettivamente secondo e terzo classificato della Primera Divisiòn). Semifinali in programma dall’8 gennaio scorso per arrivare alla finalissima di ieri sera tra Merengues e Colchoneros vinta dai primi.
RFEF: accordo record per 120 milioni di euro
La Federcalcio spagnola (RFEF) ha firmato un accordo annuo del valore di 40 milioni di euro con l’Arabia Saudita fino al 2022 (in totale 120 milioni). Una cifra che fa impallidire se messa a confronto con quella incassata, per lo stesso arco temporale, dalla Lega calcio tricolore (circa 7,7 milioni di euro per ogni Supercoppa). Una conferma della scarsa attrattività del nostro calcio rispetto, per esempio, a quello iberico. Il totale dell’accordo triennale infatti è poco più del 50% del solo primo anno contrattualizzato da RFEF.
La nuova “Final 4” ad eliminazione diretta sta intercettando l’interesse di sponsor e network tv. L’emittente televisiva Discovery ha acquistato i diritti tv della SuperCopa spagnola per il mercato norvegese firmando un accordo triennale. Il torneo sarà trasmesso dal canale tv Eurosport Norge, oltre che dalla piattaforma streaming in abbonamento DPlay. (fonte: Tuttosport)
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