Tacopina punta a risalire in A con il Venezia, sognando un nuovo stadio
Il nuovo presidente del Venezia Football club, l’avvocato americano Joe Tacopina (già dirigente AS Roma e Bologna FC – nella foto), dopo diversi anni di serie A e un incredibile fallimento, adesso cerca di risalire nel salotto buono del football italiano, ripartendo dalla serie “D“ (girone “C”).
«Non è possibile comparare le mie esperienze precedenti con questa. Roma è stata l’avventura a livello internazionale, Bologna il rilancio di una piazza. Venezia invece deve essere la rinascita di un club nel quale ho la certezza di essere socio di larga maggioranza. Su Bologna non posso dire tanto, ci sono accordi con Saputo. Se tornerò da avversario, spero presto in A, non cercherò vendette, ma punterò a vincere.» – ha spiegato durante l’ultima conferenza Tacopina.
Il legale americano ha parlato anche di presente e futuro: «La squadra sta andando bene (capolista del girone C della serie D a punteggio pieno: sei vittorie con 18 gol fatti e 3 subiti). Mi farò tre partite di seguito poi tornerò negli Usa. Anche la società sta crescendo bene. Siamo tre investitori, con me c’è James Daniels (il presidente pro tempore prima di Tacopina) e un terzo socio, che, per ora, non vuole uscire allo scoperto (si tratta di un gruppo che costruisce impianti sportivi). Non parlo di quote, né di soldi, ma sono io il referente principale».
L’investimento iniziale si aggira sui 3 milioni e il nuovo presidente controlla almeno i 2/3 delle quote.
Lo stadio da 20 mila posti in terraferma è la priorità per il futuro e il socio specializzato in impiantistica sportiva potrebbe fare al caso del Venezia calcio. «Siamo venuti per la squadra, ma non nascondo che vogliamo un nuovo impianto. Ci stiamo muovendo. Con il sindaco Brugnaro abbiamo avuto dei colloqui. Intanto puntiamo a creare un rapporto con la comunità. Mi sono molto documentato sul Venezia. Conosco tutto della sua storia: la Coppa Italia del 1941, i miti di Valentino Mazzola e Loik. Qui sono passati campioni come Vieri e Recoba. Vogliamo tornare a quei livelli».
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