Tavecchio (FIGC): “La Lega non è obbligata a svendere il suo prodotto di alto valore, considerato in tutto il mondo”
Dopo la prima asta annullata sul tema dei diritti tv del calcio tricolore, arrivano le prime riflessioni degli addetti ai lavori, a partire dal numero uno del sistema football nazionale.
“Il calcio italiano, in questo caso, la serie A, ha un suo valore, una sua dimensione che devono essere rispettate con offerte congrue. Quelle di ieri non lo sono state”. Il presidente della Federcalcio e commissario della Lega di A, Carlo Tavecchio, intervistato dal Corriere della Sera e dal Messaggero, non si aspettava che l’asta per i diritti tv finisse cosi’, ma non si arrende: “La Lega – dice al Corsera – non è certo obbligata a svendere il suo prodotto di alto valore, considerato in tutto il mondo”. “In Spagna, in Inghilterra, in Germania, i diritti tv hanno una forbice che va da 1 a 2 miliardi. Il miliardo complessivo da noi valutato ha quindi una sua forte motivazione, basi logiche. Per questo – osserva – riteniamo che le offerte pervenute non rappresentino il valore reale del massimo campionato”. Adesso “studieremo il caso, c’è al lavoro una Commissione di alto livello presieduta dal dottor Nicoletti (sub-commissario della Lega, nda), uomo esperto, che studierà il caso. Sarà valutata ogni opzione”, non c’è fretta, dice: “si puo’ andare tranquillamente a novembre-dicembre”. ‘E magari nel frattempo creare anche un canale televisivo gestito dalla Lega?”, gli viene chiesto. “E’ un’operazione complicata, ma quando parlo di opzioni e alternative c’e’ anche questo”, ammette. Al Messaggero afferma, che l’offerta al ribasso “senza ombra di dubbio risente di una contingenza di mercato che in Italia, in questo specifico settore, si sta ancora assestando. Nel prossimo futuro ci potrebbero essere delle novità positive”, ma “abbiamo pubblicato un bando che teneva conto delle indicazioni dell’ Antitrust e dell’advisor Infront, da lunedì la commissione di Lega sarà di nuovo a lavoro per interloquire e formulare delle nuove richieste alle istituzioni preposte”.
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