Tavecchio, la tattica della Cipolla e lo statuto FIGC tutto da cambiare
Riprendiamo il capo della vicenda elezioni in Federcalcio. Di questo vogliamo trattare in modo non becero o intromettendoci nel privato dei protagonisti di questa vicenda. Ci dispiace , ma Carlo Tavecchio e Demetrio Albertini non entusiasmano né chi governa il paese né chi governa lo sport. Matteo Renzi e Giovanni Malagò fanno gli equidistanti, ma rimpiangono Giancarlo Abete. Colto, accorto politicamente e rispettato anche quando teneva prigioniero con le sue articolate Encicliche. C’è il sospetto che Abete fosse stanco di mediare e rimediare. Perciò ha preso il pallone al balzo e s’è fatto autogol. Per tornarsene meritatamente in famiglia.
A quel punto con quello statuto che grida vendetta, il calcio ha davanti a sé un candidato e mezzo. Il “mezzo” non è il meno prestante Tavecchio ma Albertini, che sarebbe interessante vedere alla corte di Platini o di Sepp Blatter. E nel calcio non vince l’elezione chi riscuote più voti, ma chi riesce a farsi apprezzare dalla Lega numericamente più potente, appunto, i dilettanti di Tavecchio. Renzi e Malagò hanno l’identico problema: cambiare una legge elettorale.
Ecco perché stanno sfilando una foglia per volta a Tavecchio. Il presidente dei Dilettanti verrà eletto dal 52 al 54 % dei votanti. Robetta, rispetto al plebiscito ante “banane”, “quando arrivano le ragazze” e “JFK”. Cioè la rassegna delle parole ch’era meglio non dire.
E’ possibile, poi, una riunione di Giunta del Coni della vigilia di Ferragosto, col presidente Giovanni Malagò (CONI) in toccata e fuga dalla Corsica. Tavecchio, come merita la sua lunga carriera calcistica, avrà un po’ di giorni per tagliare nastri e fare passerella. Poi, forse il 14 agosto, Carlo il Temerario si convincerà che non è un bel vivere, tirato per la giacca da chi lo ha sostenuto fino ad oggi (11 club di “A”, Lega Pro, Lega di serie B e il mondo della LND) e soggetto ai venti che spirano dal CONI. A quel punto, chiesta udienza alla Giunta Olimpica o con una mail da Ponte sul Lambro, Tavecchio potrebbe nobilmente farsi da parte.
Si rifarebbe lo statuto Figc, a cura di un commissario e un sub commissario insediati dal Coni, e lo stesso Tavecchio: a) potrebbe ripresentarsi da un po’ al voto per la presidenza Figc; b) come premio di consolazione s’aggiudicherebbe la presidenza onoraria del calcio.
Magari, poi, andrà diversamente, ma non ditemi che questa non sarebbe una sceneggiatura degna di alla Pupi Avati, dal titolo “Regalo di Ferragosto”.
(“Tempi Supplementari” di Gianni Bondini) – Non è detto che sia vincente, ma, sicuramente, è una novità assoluta. E’ la cosiddetta tattica della cipolla: sfilare una foglia per volta all’avversario. Alla fine dell’operazione anche il più numeroso schieramento si assottiglia a una confusa pattuglia. E ciò senza eccessi dialettici, lanci di esposti o querele.
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