TEMPI SUPPLEMENTARI – Grandi e piccole manovre per la conquista del Coni
E a una precisa domanda, se tale ministero dovesse avere “portafogli o no”, il segretario del Pd ha risposto che “non sarà un problema, perché certi ministeri senza portafogli, poi hanno più soldi degli altri”. Il riferimento è chiaramente indirizzato al “mercato delle scommesse sportive”, che potrebbe diventare patrimonio ministeriale. Al Foro Italico sono avvertiti e si godano i 411 milioni di euro del finanziamento Monti del 2013. Poi, si vedrà.
Sono, invece, andati a vedere e a sentire, che cosa dicesse Bersani e la sua squadra di sportivi (Paola Concia, Josefa Idem, Laura Coccia, Giovanni Lolli e Filippo Fossati) il membro d’onore ed ex presidente federale del calcio Antonio Matarrese e il capo della Lega di serie B Andrea Abodi. E proprio Abodi, con la sua domanda “sul progetto di legge sugli stadi bloccato anche dal Pd”, ha acceso un fuoco, alimentato dal parlamentare Lolli, che quel disegno l’ha seguito: “E’ stato accantonato perché c’erano presidenti che attorno allo stadio volevano costruire le villette>. A parecchi baroni e baroncelli di serie A fischieranno le orecchie.
Orecchie tappate, infine, per Lello Pagnozzi e Luca Pancalli. Fcendo finta di non sentire i commenti al Malagò Day di ieri. Ai “rumors” la P&P preferisce farsi quattro conti. E se il candidato presidente a capo del Canottieri e dell’Acqua Aniene sfoggia i 15 presidenti che lo sosterrebbero, Pagnozzi e il segretario generale in “pectore” del Coni, Pancalli, loro mettono sul tavolo le figurine dei 25 presidenti federali, che da tempo hanno sottoscritto il manifesto elettorale di P&P.
Pertanto lo squadrone dei grandi elettori del Coni (i capi delle 45 Federazioni sportive) si sarebbe così schierato: 25 in aumento per Pagnozzi, 15 instabili per Malagò e 5 indecisi a tutto. In resto dei 31 votanti (dagli Enti di promozioni ai rappresentanti degli atleti) si accoderebbero al gruppo più numeroso. Perché è ormai chiarissimo che il governo del Coni è ancora saldamente nelle mani dei “soliti noti” federali. E, allora, un aiutino là e un contributino lì, raccolgono più voti degli slogan e delle idee cellofanate negli opuscoli elettorali. Giorgio Gaber, lo scomparso poeta della musica, cantava “se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione”. In giro, però, ci sono poche idee e pure confuse.
(di Gianni Bondini) – Ieri pomeriggio per la prima volta un candidato leader alle prossime elezioni del 24 febbraio, Pierluigi Bersani, ha detto che “Serve un ministero dello Sport vero e che il Coni deve pensare solo allo sport olimpico”.
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