Federazioni Italiane

Tempi Supplementari – Ricomincio da tre, il progetto del presidente Coni

Riuscire a far avallare dal ministero del Tesoro (prossimo venturo) lo sdoppiamento delle cariche Coni e Coni SpA, per dare maggiore impulso e funzionalità ai Servizi e  varare una giustizia sportiva più giusta significherebbe che i 100 giorni di Malagò già valgono quanto un intero quadriennio olimpico.
Il nome di Mario Pescante, già speso per la presidenza della Coni SpA, ha valore, ma lo stesso nome circola per altre due presidenze più “leggere”: quelle del Museo dello sport (con annessi archivio e biblioteca) e della Fondazione Onesti. Delle tre candidature se ne scelga una. E se toccasse alla Coni SpA sarebbe decisivo affiancargli un amministartore delegato (o un direttore generale) a tempo pieno con accertate competenze, non solo quelle di “far cassa”. Perché l’eredità di Lello Pagnozzi non è da poco, visto l’attivo di bilancio. Specialmente nel solco del programma di Malagò “Più privato e meno Stato”.
Sulla riforma della giustizia sportiva, purtroppo per noi, azzardiamo delle scelte. “Terzietà” vera del giudizio sportivo. Basta con i giudici della “porta accanto”. Quale centralità esterna del giudicante?
 In pratica: chi giudica avrebbe sede extrafederale: al Coni o al Ministero (qualora nascesse un dicastero dello Sport). Alle federazioni, per competenza specifiche, resterebbe solo il compito dell’accertamento della “violazione”. Poi, un “giudice preliminare” deciderebbe il deferimento o il prosciogliemento e anche l’eventuale invio degli atti al giudice ordinario. Sempre lo stesso ufficio del Gip, nel caso del deferimento, con altro incaricato, diverrebbe sede del giudizio di primo grado.
Il secondo grado di giudizio, sempre sui fatti (quindi nel merito), passerebbe a un collegio: del Tribunale Sportivo. E ricalcando  la giustizia ordinaria (primo grado, appello e Cassazione) s’introdurrebbe il giudizio di legittimità (se sono state rispettate norme e termini) dalla Corte Nazionale dello Sport, analoga alla Cassazione. Nel caso di accertate illegittimità il giudizio torneerbeb al Tribunale, con altra composizione. Tempi? I più ridotti possibili, fornendo dei rimborsi spese “decorosi” ai giudici sportivi. Con magistrati a riposo e legali, se possibile eviatndo al nomina dei docenti di diritto, troppo abituati alla ricerca di studio e poco alla concretezza dell’accertamento.
  
Nella certezza che sconfiggere lo “scontificio” darebbe maggiore credibilità al governo dello sport.

(di Gianni Bondini) – Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha vinto il “Giro d’Italia della speranza”. La periferia dell’impero ha dialogato col nuovo numero uno-manager e lo ha apprezzato. Fin qui tutto bene, compreso l’attivismo funzionale del segretario generale Roberto Fabbricini e del vice Carlo Mornati. La macchina va. Adesso, però, ci sono tre appuntamenti delicati, in cui c’è l’esigenza di prendere decisioni: l’assemblea della Coni Servizi del 9 maggio e le Giunte Nazionali del 14 maggio e dell’11 giugno. Sui tavoli di questi appuntamenti ci sono l’assetto dirigenziale della cassaforte del Coni e la ristrutturazione della giustizia dello sport, uscita a pezzi da Scommessopoli.

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Marcel Vulpis

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