All newsAltri eventiAziendeBrandCalcioEconomia E Politicahome pageIstituzione e AttualitàLega PROPrurito calcisticoPubblicitàPunto e a CapoSponsorshipSport Business

Territorio e brand globali nelle partnership di Gi Group

Dal Cesena in Lega Pro all’Atalanta in serie A, passando per l’Academy “VR46” di Valentino Rossi e la Virtus Bologna, la prima multinazionale del lavoro a capitale completamente italiano ha una presenza molto diversificata nel mondo dello sport

Tra i marchi di livello nazionale che affiancano il Cesena in questa stagione ce n’è uno che la scelta di “sposare” il Cavalluccio l’ha fatta nel 2018 quando nasceva il nuovo sodalizio, e poi l’ha confermata nel biennio successivo che ha visto il club militare in Lega Pro. Parliamo di Gi Group, oggi la prima multinazionale del lavoro a capitale completamente italiano e il terzo player nel mercato delle agenzie per lavoro in Italia.

“Siamo nati nel 1998 e oggi possiamo contare su una presenza molto capillare, con più di duecento filiali su tutto il territorio. Nel mondo, dopo le ultime acquisizioni del 2020 che hanno consentito l’ingresso nel mercato nordamericano, siamo presenti in venticinque Paesi”. A parlare è Enrico Rava, Area Manager Romagna che segue da vicino la partnership con il club bianconero: “Il core business di Gi Group è legato a ricerca e selezione del personale finalizzato alla somministrazione del lavoro: a questo si aggiungono altri servizi quali la formazione, l’outsourcing e la consulenza alle aziende”.

D: Da dove nasce la partnership con il Cesena?

R: “Dalla volontà di essere al fianco di un club che in Romagna ha una storia e un radicamento sul territorio molto importanti. Nel club bianconero vediamo, messi su una maglia da calcio, valori come: la tradizione, la crescita dei giovani, l’identità del proprio brand, la voglia di essere protagonisti nel proprio territorio. Inoltre tre anni fa è partito un progetto serio a livello sportivo e, quando si parla di progetti di rinascita, crediamo che il territorio vada accompagnato: per questo abbiamo voluto condividere questo viaggio quando è partito dalla serie D e non aspettare il giorno in cui il Cavalluccio sarà di nuovo in serie A”.

D: Quali sono le altre principali partnership attive nello sport?

R. “Le collaborazioni sono diversificate ma legate da un comune fattore identitario: l’essere al fianco di realtà che condividono con noi i valori dell’etica e la della valorizzazione dei giovani atleti. Una delle collaborazioni più importanti è con l’Academy VR46 di Valentino Rossi nel Moto GP, nel calcio siamo al fianco anche di Atalanta e Monza, nel basket siamo partner della Virtus Bologna. Sono tutte società fortemente radicate sul territorio e con un bacino di pubblico importante”.

D: A quando risale l’ingresso nello sport?

R: “Il primo approccio avvenne con la Verovolley Monza di cui siamo stati main sponsor. Lo scopo era di affiancare una società che aveva un’estrazione prettamente sociale. Poi è arrivata la partnership con Toro Rosso che ha cambiato il paradigma delle sponsorizzazioni: da quel momento è partita una strategia che mixa la presenza sul territorio, una leva sempre privilegiata, a brand con grande visibilità che ci hanno dato una riconoscibilità e un’esposizione più globale”.

D: Quali obiettivi affidate ad una partnership sportiva?

R: “L’obiettivo è sempre duplice. Da un lato vogliamo restituire al territorio una parte di quello che ci dà: la mission di Gi Group è essere protagonisti nel mercato del lavoro e nella crescita del valore del lavoro, e un po’ di quel valore vogliamo restituirlo a chi sul territorio opera nello sport per creare a sua volta valore tecnico-sportivo ma anche sociale. Dall’altra parte lavoriamo con società attente ai giovani e che sono altamente inclusive nel proprio settore di riferimento. Così come ogni giorno ci impegniamo a colmare il gap che c’è tra giovani e mondo del lavoro, allo stesso modo con le nostre partnership vogliamo dare un contributo a ridurre la distanza che esiste tra territorio e società sportive”.

D: Quali sono i valori che Gi Group veicola attraverso lo sport?

R: “Uno dei principali è la sostenibilità, intesa come economica ma anche ambientale, della vita lavorativa e privata. E’ uno dei valori centrali dello sviluppo della nostra azienda che si è dato come obiettivo entro il 2024 quello di arrivare a sei miliardi di fatturato, vale a dire il doppio di quello attuale. Un altro valore fondante è la responsabilità sul luogo di lavoro, ma anche verso candidati e clienti; poi viene la collaborazione, interna e con tutti gli stakeholder. Infine c’è quello dell’attenzione, “care” in inglese, nel senso di: fare le cose bene”.

D: Oltre alla classica brand exposure, di quali contenuti si compone una partnership?

R: “Nel tempo abbiamo creato format ad hoc per le società sportive come il “Gi Workout”: un momento rivolto ai giovani delle scuole o delle Università in cui si sviluppano temi e valori specifici attraverso interviste da remoto ad atleti e tecnici. Un evento di successo è stato quello realizzato a Cesena con Davide Biondini e l’amministratore delegato di Orogel, Bruno Piraccini, in cui abbiamo raccontato il parallelismo che esiste tra azienda e mondo del calcio. E’ stata una case history replicata al Milan con Pioli e alla Virtus Bologna con il coach Djordjevic. Altri eventi esperienziali sempre molto apprezzati sono le visite al Ranch di Valentino Rossi in cui facciamo vedere ai nostri clienti come scorre la giornata di un campione del motociclismo”.

D: Quanto è importante poter contare al vostro interno su una figura come Pasquale Gravina?

R: “Il suo ingresso in Gi Group è stato un momento di svolta nell’approccio al mondo delle partnership. E’ entrato nel2016 come direttore vendite in ambito strategico e la sua esperienza di pallavolista campione del mondo ci ha permesso di trasmettere i valori dello sport all’interno della nostra azienda. Ricordo benissimo le convention nel 2017 quando creò un parallelismo con il rapporto tra club e Nazionale attraverso il claim “One Team”. La nostra azienda nasce infatti per aggregazione di due realtà quando nel 2008 Gi Group acquista Worknet dalla famiglia Agnelli, un caso raro di un player piccolo che ingloba quello più grande. Per anni hanno convissuto due anime, anche a livello commerciale, fino a quando, nel 2016, il percorso di aggregazione si è completato. Ebbene il contributo di Pasquale è stato determinante nel trasmettere questo concetto: possiamo venire da storie diverse ma quando giochiamo sotto la bandiera della Nazionale siamo una squadra unica. Inoltre la presenza di un campione del calibro di Gravina ci ha consentito di creare una serie di eventi con cui portiamo i valori dello sport all’interno delle aziende”.

Previous post

SUPERLEGA, UFFICIALE: FUGGE ANCHE IL MILAN

Next post

SUPERLEGA: LA JUVENTUS RICONOSCE IL FALLIMENTO MA NON SI ARRENDE

Redazione

Redazione

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *