Punto e a Capo

Tim cup: un “diritto di nome” poco utilizzato

Quanti sanno in Italia che la “vecchia” Coppa Italia dovrebbe essere chiamata “Tim cup”, visto che l’operazione rientra nella maxi sponsorship del colosso della telefonia mobile a supporto degli eventi della Lega calcio (p.e. campionato di serie A, Supercoppa di Lega e perfino campionati Primavera)?
Pochissimi! Tra questi ci sono i redattori di Sporteconomy.it, che per occhio e testa potrebbero lavorare al SISMI o al SISDE più che in un giornale, per la capacità, in alcuni casi, di individuare delle particolarità al di fuori della norma e del lavoro giornalistico.
Al di là della battuta di recente abbiamo monitorato stampa, tv e radio nei giorni che hanno preceduto la gara di ritorno di Tim cup e nella data del match. Nè Rai, nè giornalisti della carta stampata o delle radio hanno mai presentato l’evento come “Tim cup”.
Tutti parlano di “Coppa Italia” senza distinzioni di grandezza o dimensione giornalistica.
Sia Tim che Lega calcio, pertanto, devono modificare l’approccio comunicazionale, altrimenti per leggere il nome “Tim cup” bisognerà comprare i giornali sportivi (annotando semplicemente gli avvisi pubblicitari del colosso italiano della telefonia mobile).
A cosa serve un’operazione di cessione di nome di un evento se non riesce a bucare l’immaginario collettivo della gente? Se fossi il direttore sponsorship della Tim me lo chiederei vivamente.

Previous post

Scherma - Fioretto: le azzurre vincono a Tokyo

Next post

Olimpiadi - Partito il processo di assegnazione per il 2016

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *