Toh, chi si rivede: Mr Bee Taechaubol. Rilancia sul Milan
Se non fosse calcio, penseremmo di vivere l’episodio di una telenovela sudamericana. Mentre l’intermediario Sal Galatioto chiede ancora qualche giorno per chiudere l’affare AC Milan, ecco rispuntare il nome di Mr. Bee Taechaubol. Il broker asiatico ha diffuso un comunicato in cui si spertica di lodi sul brand rossonero, rinnovando la sua passione ed interesse per la società della famiglia Berlusconi, sottolineando come, pur essendo uscito dai radar, ha sempre continuato a lavorare per acquisire un pacchetto azionario di livello. Taechaubol2 è più moderato nei termini, pubblica meno selfie su Twitter, e promette di poter acquistare il 48% del club. In questo modo Berlusconi resterebbe sulla tolda di comando, mentre dall’Asia arriverebbero soldi freschi (questa volta identificabili in due realtà cinesi ben definite):
Singolare, poi, che questo comunicato arrivi a pochi giorni della eventuale chiusura della trattativa con il fronte asiatico portato in dote da Galatioto. L’affare si ingrossa e diventa sempre più complesso. Se la proposta di Taechaubol fosse concreta e con denaro tutto tracciabile è chiaro che Berlusconi possa decidere di virare sul broker asiatico, che, alla fine, gli è sempre piaciuto, perché è veloce, determinato e anche un po’ sfrontato come lo era lui molti anni prima. Sarebbe anch’essa una cessione, ma meno indolore rispetto a quella proposta da Galatioto.
Il comunicato di Mr. Bee Taechaubol
“Non sono mai scomparso da questa trattativa. Certo, da quando è stata siglata da Fininvest un’esclusiva con un altro consorzio, sono rimasto rispettosamente in attesa. Ma dal dicembre 2014 il mio impegno per chiudere un accordo per acquistare parte dell’Ac Milan non si è mai interrotto. Ed ora, a pochi giorni dalla fine di questa esclusiva, vorrei far sapere ai tifosi del Milan che esiste un’altra possibilità. Che Berlusconi può tenersi il Milan e restarne alla guida.
Ci sono gruppi e persone fortemente interessate ad aiutarmi in questo accordo. Lo dimostra il fatto che sono stati loro a chiedere di poter entrare in questa trattativa. Il Milan ha un grande appeal in Cina. E’ tardi? Questi mesi e questa trattativa mi hanno insegnato che c’è sempre una possibilità.
Sono mesi che non sento direttamente il presidente, ma i contatti con Fininvest non si sono mai interrotti fino alla sigla dell’esclusiva con un altro consorzio. La mia stima nei confronti di Berlusconi è massima, ed è la molla che ha continuato a spingermi a lavorare per questo accordo.
La storia di questa trattativa è lunga e complessa. Di sicuro un importante punto di svolta c’è stato lo scorso maggio quando, con un accordo per la cessione della maggioranza già pronto, il presidente Berlusconi ha cambiato idea. Mi ha spiegato che vendere il Milan equivaleva a “tagliarsi un braccio”, che il Milan “era la sua infanzia e l’aveva costruito con il padre”. Ho capito il suo travaglio interiore e l’ho rispettato. Ma con quelle parole Berlusconi ha fatto paire una cosa anche a me: che il Milan era lui ed era imprescindibile da lui. A quel punto ho cominciato a lavorare ad un accordo per la minoranza. Da sempre la soluzione da lui preferita. Però gli investitori che mi appoggiavano si sono tirati indietro. Ho dovuto cercare così altri partner e non è stato facile anche a causa della concomitante crisi delle borse asiatiche. Ma adesso ci sono, sono solidissimi e pronti ad investire.
I miei investitori sono ZHJ Capital e Parantoux Capital, fondi cinesi costituiti da grandi banchieri ed investitori che lavorano a stretto contatto con il principale fondo della Cina di proprietà del Ministero delle Finanze. Quando hanno saputo che Berlusconi era pronto a vendere la maggioranza mi hanno contattato dicendosi disponibili a fornirmi i capitali per una nuova offerta, anche per la minoranza. Ripeto, credo che sia la soluzione migliore per il Milan.
Questa la mia offerta. Acquisto del 48% della società. Immediato stanziamento di 100 milioni per questa sessione di calciomercato e, minimo, altri 100 milioni ogni anno di introiti frutto degli accordi commerciali per i quali ho già una struttura ed un business plan pronti non solo in Cina ma in tutta l’Asia. Ma ci sono altri due punti di forza nel mio progetto: la quotazione in borsa della società entro due anni come avviene per i grandi club ed il programma voluto anche dal Governo cinese che porterà il calcio nelle scuole di tutto il paese, da decine di milioni di praticanti con il brand Milan. Berlusconi resterebbe presidente e guida della società, continuando ad occuparsi della squadra come ha fatto con grande successo in questi 30 anni e come avevamo concordato lo scorso agosto. Non dimentichiamo che è stato lui a portare il Milan ad essere la squadra più titolata al mondo. Sono pronto a venire a Milano alla scadenza dell’esclusiva e chiudere l’accordo in due settimane”.
Sono talmente convinto che il Milan debba essere e restare di proprietà di Berlusconi che sono comunque pronto a mettere a disposizione tutto il lavoro commerciale fatto anche se non dovesse vendere a nessuno. Se poi Berlusconi volesse fare un Milan tutto italiano da gestire in totale autonomia io gli offrirei il supporto commerciale in Asia.
Non so se il Presidente abbia già deciso e se questa offerta sia sufficiente per fargli cambiare idea. Sono convinto, ripensando al nostro incontro del maggio scorso, che il Milan è parte della sua vita, della sua famiglia, della loro storia. Ho capito in questi mesi che il calcio in Italia è “vita”. Ho capito che il Milan è e deve restare italiano. Certo. Sono pronto ad investire e lavorare per questa società ma non c’è proprietario e guida migliore possibile che non quella del presidente Berlusconi. Ora ha un’altra possibilità. Sono comunque pronto ad accettare ogni sua decisione e a rispettarla”. (lo dichiara Mr. Bee Taechaubol).
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