“Troppi buchi di bilancio e stranezze…nel calcio tricolore”
Pochi giorni fa Antonio Giraudo, amm.delegato della Juventus F.c., durante il convegno “Sport e Televisione”, organizzato dall’onorevole diessino Giovanni Lolli, ha spiegato che in Italia c’è un super affollamento di club professionistici. Unico caso in Europa, oltre che nel Mondo. Troppi per un mercato, quello tricolore, che, già da oltre cinque anni, sta vivendo una fase di forte contrazione economica.I fatti delle ultime ore gli hanno dato ragione. Il Perugia, in lizza fino all’ultimo per un posto in A, rischia di non potersi iscrivere alla serie cadetta (dove ha militato quest’anno) per una forte posizione debitoria. Il Torino, promosso in A, dopo lo scontro con il Perugia, ha i vertici in Procura per una fideiussione falsa (secondo quanto riferito dal numero uno “granata”). Il Genoa, anch’esso promosso in A, è al centro di una indagine della giustizia ordinaria per un nuovo episodio di presunte partite truccate (insieme ad altri club di B).E se ciò non bastasse ci sono ben otto club professionistici (almeno per il momento) che non avrebbero i numeri per iscriversi ai campionati di categoria. Per non parlare del disastro economico presente nelle serie minori.L’immagine che diamo all’estero di questo sistema (una delle punte di diamante dell’economia italiana) è di bassissimo profilo. E tutto questo accade a poche settimane dalla presentazione del report Figc per la candidatura italiana ad Euro 2012. La nostra fortuna è che i rivali diretti per i prossimi Europei sono quase tutte nazioni in via di sviluppo e, quindi, potenzialmente più deboli rispetto all’Italia. Ma attenzione a Russia e Turchia, perchè soprattutto quest’ultima, secondo quanto ci risulta da fonti locali, sta preparandosi con molta attenzione per giocare un tiro mancino agli “azzurri”. E poi Carraro (presidente Figc) ha, comunque, da risolvere il nodo degli stadi italiani e quello della violenza. Problemi non da poco, visto che, fino ad oggi, nessuno vi è riuscito e solo proporre a livello istituzionale un pacchetto di norme “stile Premier League” farebbe gridare allo scandalo. Sinceramente non invidiamo Carraro, perchè ad un anno dal passaggio di consegne al vice Abete, ha scelto di giocarsi una carta (quella della candidatura ad Euro 2012) ricca di tranelli e sorprese. Ammodernare gli stadi è sicuramente un business, ma come mettere d’accordo politica ed affari, con interessi locali spesso contrastanti con quelli nazionali?.Certo anche i risultati di bilancio della Figc, anticipati dal Corriere dello Sport (circa 16 mln di euro di debiti), se confermati, debbono far riflettere. La Nazionale di calcio e la Ferrari sono da sempre, secondo le più importanti società di ricerche di mercato, le icone “tricolori” per eccellenza nel Mondo. Soltanto che la Ferrari vende (anzi stravende) e fa business, la Figc deve recuperare i cocci e guardare avanti. Come Sporteconomy.it chiediamo al più presto l’intervento delle istituzioni. E’ chiaro, che fatte salve alcune eccezioni (vedi Juventus, Milan, Inter, ecc.) il sistema è al collasso e serve un intervento forte dello Stato a tutti i livelli. L’on. Lolli ha dichiarato che intende riaprire la Commissione Bicamerale sul calcio. Ben venga, perchè è chiaro che in questo settore i furbi o gli sprovveduti stanno aumentando e quindi ci vuole un intervento di programmazione/controllo dello Stato 365 giorni su 365.Ci vogliono regole chiare, anche dure, ma chiare per tutti. Controlli severi sui bilanci. Diremo di più. Le società di certificazione di bilancio, le società che prestano fideiussioni ai club, ecc. che dovessero, nel futuro, operare in modo scorretto dovrebbero essere fermate nelle loro attività (se trovate colpevoli).Anche sul fronte dei club bisogna operare delle scelte drastiche. Chi non è in grado di sostenere i costi del calcio professionistico non deve essere iscritto anche se si tratta di un marchio storico. Senza una sana pulizia delle fondamenta, caro onorevole Lolli, non si può costruire sopra. Crediamo che in alcuni casi sia necessario compiere scelte anche impopolari, ma imprescindibili per la salute (soprattutto futura) dell’intero sistema (il pianeta calcio tricolore).
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