Ultim’ora – Il “fenomeno” Cleri piace ad Enel
di CHRISTIAN ZICCHE (IL MESSAGGERO)
Due gare , due ori e la classifica a squadre che ci vede già sul tetto del mondo. Dieci chilometri ciascuno a nuoto: prima sabato Martina Grimaldi che ha aperto con l’oro il mondiale canadese di Roberval formato grand’Italia, seguito dall’argento di Giorgia Consiglio che di Roma è atleta dell’Aniene. Ieri, l’ennesimo trionfo del romano di Palestrina Valerio Cleri che ha bissato l’oro di un anno fa ai mondiali di Roma, dove trionfò con la 25 chilometri, e alle sue spalle l’altro azzurro Ferretti, quinto a un passo dal podio. Lo aspettavamo Valerio, il “cagnaccio” che non molla mai, sempre di poche parole ma di fatti in acqua ne fa tanti, e che emozioni ci riserva nei suoi sforzi al limite del sovraumano.
«Ho fatto una gara attenta, ho tenuto il passo poi al quarto giro ho visto un americano che tentava la fuga e lì sono partito. E’ stata durissima ma io ci ho messo tutto me stesso». Così sono i fondisti, razza pura di nuotatori senza le corsie della piscina,senza il cloro che ti mangia la pelle ma dal vasto orizzonte di mari , fiumi e laghi. Vaselina a chili, perché alla fine lo sfregamento dell’acqua ti brucia eccome, mandandoti a fuoco ascelle e inguine. Che quando ti prende lo scoramento, perché ti prende sempre senza avvisarti anche se sei un grande specialista, devi stringere forte i denti. Come fa Valerio, stringe stringe, e nel cambio di ritmo non ce n’è per nessuno.
Un anno fa fu il litorale laziale di Ostia e i suoi cavalloni che sbattevano di qua e di la facendoti perdere la bussola a tratti: ieri le condizioni erano ancor più proibitive, roba solo da veri uomini, quasi da atleti estremi perché passare due ore a quella temperatura in una gara fatta di resistenza, nella resistenza estrema di tenere compatto il gruppo e dietro i soliti russi che di acqua polare se ne fanno un baffo – quattro giri da 2,5 km ai 17 gradi dell’acqua del lago di st Jean, ma al largo verso le boe la temperatura oscillava intorno ai 15 gradi – vuol dire essere veramente il numero uno. Valerio da Palestrina, ieri numero 111 iscritto sulla spalla per riconoscerti quando sei in mezzo alla bagarre, il tifoso della Lazio alla soglia dei trent’anni che si porta via l’ennesimo titolo mondiale in 2 ore 00 e 59 da ghiaccio puro e ancora si dovrà attendere la “sua” 25 chilometri per dire se la storia sarà ancor più dorata.
Qualche giorno di riposo, per ricaricare le pile, e poi sarà ancora bagarre in acqua per l’ultimo sigillo. Intanto tutti già festeggiano l’atleta dell’Esercito che ha il doppio tesseramento con l’Aniene dove è allenato da Emanuele Sacchi, uno che di fondisti, come razza da allenare, se ne intende. Chilometri e chilometri da macinare tutti i giorni, una media di mezza maratona al dì, ma in acqua. Valerio se na va su è giù, lui che è stato il primo italiano maschio (tra le donne fu Viola Valli a vincere due ori al mondiale di Barcellona) a trionfare con l’oro mondiale. Valerio che esordì nella piscina di Palestrina, e divenne presto nuotatore professionista. Poi passò per caso alla tribù del fondo perché gli avevano detto che poteva migliorare la sua resistenza aerobica: fu amore improvviso. E se ne accorse pure il commissario tecnico azzurro Massimo Giuliani di avere un fuoribordo di gran classe a portata di mano. Già ieri la pagina Facebook dei fans di Cleri era intasata, ma lo sarà ancor più al suo rientro: Palestrina aspetta il suo eroe,come la Lazio che festeggerà come un anno fa uno dei suoi tifosi più celebri.Per il presidente del Coni, Gianni Petrucci, Valerio Cleri, fresco vincitore in Canada del titolo mondiale nel fondo maschile (nella 10km), è "vanto del Paese", per Enel (dopo la prima esperienza in concomitanza del Mondiale di nuoto di Roma09) sarà nuovamente testimonial pubblicitario. Ecco la cronaca giornalistica della vittoria di Cleri nel racconto di Christian Zicche, firma del nuoto del Messaggero.
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