Ultim’ora – Nuovi problemi finanziari per lo Stato argentino

I dissensi tra la presidenza della Repubblica e quella della Banca Centrale stanno causando in Argentina una fortissima crisi istituzionale. Dapprima rimosso da Cristina Kirchner, Martin Redrado ha ripreso venerdì il suo lavoro, grazie alla sospensione del decreto da parte della giustizia federale.

 

Il 14 dicembre 2009 infatti, la “Presidenta” aveva deciso di istituire un fondo da 6,5 miliardi di dollari, mettendo mano alle riserve della Banca Centrale, per pagare circa la metà del debito verso l’estero che l’Argentina ha in scadenza nel 2010.

 

Redrado si era rifiutato di dare il via libera a tale operazione, temendo i ricorsi da parte dei creditori privati. Di conseguenza la Kirchner aveva accusato il banchiere di mancare ai doveri di un funzionario dello Stato, firmando così nei giorni seguenti un decreto di rimozione.

 

Secondo i detrattori, la decisione viola l’autonomia della Banca Centrale ed ignora l’opinione del Congresso, che sarebbe stato invece necessario per rimuovere il presidente dell’istituto bancario.

 

Dall’altra parte invece, coloro che ritengono legittimo il disposto di Cristina Kirchner, sostengono che l’opinione del Congresso sia soltanto consultiva, non necessaria dunque.

Frattanto il Parlamento, dove da giugno non esiste più una maggioranza definita, è spaccato. I deputati di destra gridano allo scandalo, quelli di sinistra cercano di essere più cauti, per quanto non manchino voci fortemente critiche.

 

Il problema è ora l’immagine del paese sudamericano nel mondo e la ripercussione che gli eventi potrebbero avere in ambito economico. Redrado aveva infatti  guadagnato la fiducia dei mercati per aver affrontato con fermezza la crisi finanziaria mondiale, cercando di bloccare qualsiasi tipo di movimento di denaro sospetto. Il rischio è che la rimozione possa quindi  avere dei risvolti estremamente negativi.

 

Il quotidiano conservatore “La Nacion” sottolinea intanto come la Presidenza argentina non sia nuova a decisioni fortemente autoritarie e ricorda che il governo già in passato si sia appropriato di risorse non proprie. Era l’ottobre 2008 e si trattava allora dei fondi privati di pensione.

L’Argentina rischia un nuovo default economico-finanziario. Un evento che se si verificasse manderebbe in tilt i principali club professionistici sportivi, a partire dal calcio (la massima serie è divisa in due rassegne stagionali: "Apertura" e "Clausura"). 

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Marcel Vulpis

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