Ultim’ora – Olimpiadi Venezia2020: “Game Over”. Roma 2020 ha vinto, l’annuncio il 19 maggio.
Una candidatura, così come spesso sottolineato dagli stessi veneti, nata più di 2 anni fa. Ideata a tavolino, voluta dall’imprenditoria del Nord-Est (Tomat e Benetton in prima fila), ma che non è riuscita a uscire dal proprio "localismo". Non ha sfondato, non ha superato il Po, rimanendo ancorata ad iniziative simpatiche (come quella degli adesivi sui negozi di Venezia o del camper in giro per il Veneto), ma praticamente inutili.
Scontato e stucchevole lo scontro Lega Nord-Roma "ladrona" (come se i leghisti votassero le leggi al Nord e non a Montecitorio), inutile la cordata dei 140 deputati pro-Venezia, troppo debole la proposta dell’impiantistica veneta rispetto a quella capitolina. Una serie di fattori (ma ce ne sono anche altri non meno importanti) che porteranno il CONI, mercoledì prossimo, ad annunciare la candidatura di Roma su Venezia.
Non ce ne voglia Venezia, perchè è una città incantevole, quanto i suoi abitanti, ma è come se le Maldive sconfiggessero il Brasile in una partita di calcio. Non c’era partita a priori, perchè Roma è la Capitale d’Italia ed è la città tricolore più amata e popolare nel mondo. Non poteva che finire così!
Il vero vincitore di questa operazione è il sindaco di Roma Gianni Alemanno (e il suo staff tecnico coadiuvato dall’ufficio del delegato allo sport Alessandro Cochi). In pochi mesi, rispetto al lavoro di Venezia2020 (nato in una sera di due anni fa), ha superato senza grandi patemi d’animo la concorrenza di Venezia e le pressioni interne della Lega Nord, che ha soffiato contro Roma giocando sui soliti luoghi comuni: "Roma ha già avuto, adesso tocca a noi", fino al più tradizionale "Roma Ladrona" (che piace a molti abitanti del Nord-est, ma che rimane sterile a priori.
Alemanno ha scelto il silenzio, lavorando giorno dopo giorno sul gruppo, scegliendo i migliori professionisti del settore ed arrivando a una proposta dettata dal buon senso e dalla volontà di non creare sprechi in termini di risorse economiche. Il parco impianti c’è, esiste e dovrà essere solo migliorato. Non ci sarà l’assalto al mattone, come molti avevano previsto. Ma soprattutto questa candidatura migliorerà molti aspetti concreti della vita dei cittadini romani, a partire dagli investimenti legati alla mobilità e al trasporto.
Adesso, però, sarà strategico arrivare a una candidatura condivisa anche da parte di coloro (come nel caso di Venezia2020) che hanno perso. Senza un lavoro coeso non riusciremo a riportare in Italia i Giochi olimpici dopo 60 anni nel nostro Paese. E’ una grande opportunità e anche il Nord-Est e la Lega Nord devono mostrare maturità sotto questo profilo. Speriamo che ciò avvenga. Non capirlo dimostrerebbe ancora una volta che l’Unità d’Italia, da parte di molti, è solo a parole, ma non nei fatti concreti.
Anticipare un evento già scritto mesi fa, non è una "notizia" in senso assoluto, ma Sporteconomy aveva la certezza della vittoria di Roma su Venezia, per la gara italiana per la candidate city, quando ancora la città lagunare annunciò a Copenhagen il desiderio di candidarsi.
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