Un anno di attività di Sportcity nelle parole del presidente Fabio Pagliara
Nel 2020, all’inizio della pandemia, Fabio Pagliara, dirigente sportivo di lungo corso, insieme al giornalista Paolo Di Caro, ha dato alle stampe un libro dal titolo “Sportcity, Viaggio nello sport che cambia le città”. Un libro che si può definire a ragione precursore di quello che è accaduto nella nostra società in questo lungo periodo di pandemia, in quanto ha anticipato il tema della pratica sportiva destrutturata negli spazi urbani. Un fenomeno vero e proprio al quale abbiamo assistito sia durante i periodi di lockdown, sia in quelli di riapertura. Quel volume è stato il punto di partenza che ha portato alla nascita della Fondazione Sportcity, ideata e presieduta da Fabio Pagliara.
“Sì, è proprio da quella pubblicazione – dice Pagliara (nella foto sotto) – che è nata l’idea di dar vita alla Fondazione, un laboratorio indipendente di idee e progetti nato proprio dalla necessità di studiare l’impatto dello sport e dell’attività fisica sul benessere nelle città e sulla qualità della vita dei cittadini”.
D: Quando è partita la Fondazione?
R: “Agli inizi di quest’anno la Fondazione ha iniziato il suo cammino, dunque proprio nell’anno in cui si è trattato con forza il tema della “sportivizzazione” delle città, una necessità oramai impellente per le nostre città”.
Quale sono state le prime azioni messe in campo?
R: “Nel corso di questo primo anno la Fondazione ha divulgato la cultura della sportivizzazione dei centri urbani attraverso diversi convegni organizzati con igli stakeholder di riferimento, istituzionali e privati, e lo svolgimento dello Sportcity Day, un evento che il 19 settembre scorso ha visto oltre 20mila cittadini praticare sport non organizzato negli spazi urbani di 18 città italiane (la seconda edizione è in programma il 18 settembre 2022, ndr)”.
D: Quali sono stati i primi risultati?
R: “Direi straordinari. Le attività portate avanti dal team di lavoro, hanno contribuito fortemente ad accelerare il processo di rivoluzione dolce delle città. I cittadini, lo dicono gli studi condotti in questa fase pandemica, preferiscono sempre di più praticare sport nei luoghi più belli dei propri territori. Il 2021, dunque, ha sdoganato il concetto di sport circolare e democratico. Fino allo scorso anno, lo sport era visto come la pratica fatta dai tesserati alle Federazioni o agli Enti di promozione sportiva, oggi invece è il praticante spontaneo al centro della parola sport. E la felicità delle persone è quella di fare sport nella propria città, riappropriandosi delle bellezze del territorio”.
D: Il 2022 sarà un anno importante per la rigenerazione urbana, complici i fondi del PNRR. Giusto?
R: “Con l’arrivo dei fondi previsti dal PNRR ci saranno forti investimenti su questo tema e nei prossimi anni vedremo gli effetti sulla rigenerazione urbana. Con certezza, però, posso affermare che già oggi è interessante notare come i cittadini si stiano sempre più riappropriando di quei luoghi diffusori di benessere e di felicità. E’ il concetto di “fil”, la felicità interna lorda, che si sta diffondendo attraverso la pratica sportiva urbana sempre più massiccia”.
D: Come si inserirà la vostra Fondazione in questa fase di rilancio delle città e del Paese?
R: “Nello scenario che prevediamo, la Fondazione Sportcity si potrà inserire come soggetto in grado di contribuire a questa rivoluzione dolce, quindi come un alleato strategico per le Istituzioni che intraprenderanno la strada di questa trasformazione urbana e culturale”.
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