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UN FORTE APPELLO ALLA SCUOLA ITALIANA: CHI FA SPORT NON SPRECA TEMPO

É questa la principale istanza emersa dai lavori che venerdì mattina, presso il Competence Center di Torino, hanno visto coinvolti atleti, docenti universitari, imprenditori e giornalisti di primo livello. Dopo un’estate di straordinari successi sportivi per il nostro Paese, “Stati Generali Mondo Lavoro”, organizzazione fondata da Pier Carlo Barberis, ha realizzato nel capoluogo piemontese un meeting di quattro giorni sul tema dello sport. Nell’ultima giornata, venerdì appunto, grazie anche al contributo della Società di Consulenza Strategica Iezzi & Partners e del Centro di Ricerca veneziano Prometeo, molte personalità si sono confrontate sui notevoli benefici che l’attività sportiva genera per economia, educazione e salute. C’erano atleti di diverse discipline: i nazionali di sci Vinatzer e Bosca, il giovane Luca Martignago, sciatore e ciclista, e per la scherma la medagliata di Tokyo Erica Cipressa. Insieme a loro guide tecniche quali Federica Berton, maestra della stessa Cipressa e in precedenza della parolimpica Bebe Vivo e Gianni Nobile, direttore di scuola sci e docente di Economia del Turismo. Ben rappresentate le istituzioni, con l’intervento di Gianantonio Da Re, membro della Commissione Cultura e Istruzione presso il Parlamento Europeo. Presenti anche imprenditori come Alberto Zanatta, Presidente di Tecnica Group e Nicola De Mattia, CEO di Targa Telematics. Non sono mancate personalità della comunicazione: Andrea Vidotti, manager e docente di Sport Marketing Management e firme prestigiose e volti noti del giornalismo sportivo italiano, quali Filippo Grassia e Ivana Vaccari, che ha magistralmente guidato il dibattito.

Infine due docenti del calibro del prof. Giovanni  Stellin e del prof. Gianni Mazzonetto. Il primo, luminare della cardiochirugia pediatrica, ha parlato prevalentemente di una questione delicata e attualissima, se pensiamo solo al clamoroso caso Eriksen agli Europei di Calcio: il rischio morti improvvise nello sport e la necessaria attività di prevenzione. Il secondo invece, responsabile del Comitato Scientifico di Prometeo, ha sganciato la bomba: lo sport è fondamentale per la scuola. Ecco alcuni clamorosi dati che Mazzonetto ha illustrato: da un recente studio dell’Università di Montreal su 2.700 adolescenti, è emerso che chi pratica sport ottiene voti migliori, maggior concentrazione e più autocontrollo. L’Università del Nord del Texas ha scoperto che l’attività aerobica porta a punteggi più alti nei test di lettura e di matematica. Gli scienziati dell’Università dell’Illinois hanno verificato che i bambini fisicamente attivi hanno un ippocampo più grande dei coetanei sedentari. Una ricerca inglese, su un campione di 5.000 ragazzi, ha evidenziato che gli atleti fanno meno assenze ingiustificate e sono meno coinvolti in risse ed episodi di bullismo.

“Più che rincorrere il modello anglosassone”, ci dice Lamberto Iezzi, Presidente di Prometeo, “potremmo tornare a guardare all’Antica Grecia, dove la paidéia, l’educazione ateniese, riguardava non solo la mente ma anche il corpo”.

Ma il nostro Paese come si comporta? “Siamo al 42simo posto nel mondo per ore di attività sportiva svolte a scuola”, ha ricordato Filippo Grassia. “Bisognerebbe investire già dalle elementari sui docenti di educazione motoria e raddoppiarne le ore negli altri ordini” è stata la sua proposta.

 

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