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Valentino Rossi a nudo con Guido Meda su Sky Sport Motori

In una intervista molto articolata e approfondita su SkySportHD con il commentatore Guido Meda, Valentino Rossi si mette a nudo parlando di passato, presente e futuro nel mondo dei motori.

Si dice che il Rossi di quest’anno sia più forte del Rossi dell’anno scorso, che a sua volta era già il Rossi più forte di sempre. E’ così?
Non lo so se sono il Rossi più forte della mia carriera, però sono molto contento di essere competitivo anche quest’anno, perché ci sono stati dei cambiamenti di regolamento importanti e poi alla mia età hai sempre un po’ la paura, l’anno dopo, di non saper più andare. Io ce l’avevo anche quando avevo 20 anni, però essere ancora lì, dopo cinque gare essere a dodici punti dalla testa della classifica ed essere uno dei tre che si giocano il Mondiale, è un grandissimo gusto.

Hai la percezione che qualcosa sia cambiato nel tempo e a cui ti sei dovuto adeguare?
Non mi sembra. Fortunatamente, anche quando avevo 20-25 anni, avevo comunque paura di fare degli errori o di farmi male. E quindi quella è rimasta anche adesso. Con più esperienza si diventa un po’ più attenti ai dettagli. Mi sembra che come riflessi siamo lì. Quello che vedevo quando ero giovane è che da un anno all’altro diventavo sempre più forte. Invece adesso lo devo costruire, ci devo lavorare, devo capire, non è solo una questione d’istinto.

Hai cambiato modo di guidare 5-6 volte nella tua carriera? Bisogna farlo?
Sì, tanto. C’è una parte istintiva e un’altra che viene col lavoro, in cui bisogna essere intelligenti a capire cosa bisogna cambiare. Dal due tempi ai quattro tempi tanto, dalla Michelin alla Bridgestone tanto, l’elettronica è più sofisticata, però quest’anno si è fatto un passo indietro. Si è ritornati a guidare più come si guidava con le Michelin sette-otto anni fa.

E’ un modo di guidare anche un po’ più simile a quello delle 500?
Più simile alle 500 riguardo l’elettronica, quindi all’apertura del gas, al controllo del gas. L’elettronica ha fatto un passo indietro, ma in realtà non è così grande, invece è molto più simile alle prime motogp del 2005, del 2006 e del 2007, quando correvamo con le Michelin che sono rimaste simili a quello che erano.

Queste gomme sono una variabile, un disastro o un fisiologico cammino verso un prodotto che sarà quello definitivo e ottimale per tutti?
La Michelin non diventerà mai come la Bridgestone, neanche tra dieci anni. Non è né meglio, né peggio. E’ diversa. Secondo me, già dall’anno scorso, hanno fatto un grandissimo passo avanti, però dobbiamo cercare insieme alla Michelin di avere delle gomme che ti perdonano di più, perché adesso bisogna stare molto attenti, però comunque le gomme sono molto performanti, però la differenza sull’anteriore e quella sul posteriore rispetto alla Bridgestone sta nel dna delle gomme, per come sono costruite, per come sono fatte, quello rimarrà così. La Michelin andrà avanti nella sua strada cercando di valorizzare di più le cose positive delle Michelin, cioè l’agilità e la maneggevolezza che ha la moto rispetto all’anno scorso con le Bridgestone.

La gomma davanti la Yamaha la usa un po’ meglio delle altre case?
Non saprei, però la nostra moto è molto buona per il passo gara e molto buona a usare le gomme. Nelle ultime gare è stata migliore delle altre, perché in prova, soprattutto io faccio più fatica, ma poi in gara riusciamo a tenere un passo per tanti giri e invece gli altri fanno più fatica.

E’ molto migliorata la qualifica per te, quest’anno?
Sì, è molto migliorata perché sono partito tre volte in prima fila su cinque gare e una volta ho fatto anche la pole position a Jerez. Sono più competitivo in qualifica. Purtroppo a Le Mans abbiamo fatto degli errori di messa a punto già dal venerdì, perché ci siamo concentrati molto ad avere più trazione, ma poi è arrivata questa gomma diversa che la trazione ce l’aveva già, ma soprattutto in qualifica abbiamo fatto degli errori e nel giro buono ho fatto un errore io, alla curva 6, dove ho staccato dieci metri dopo e sono arrivato lungo, altrimenti sarei potuto partire dal secondo al quinto, che sarebbe stato molto meglio.

Vinales sarà il tuo prossimo compagno di squadra.
Da una parte sono abbastanza preoccupato perché è un altro compagno di squadra molto forte, ha 21 anni, è del 1995 e quindi ha un grandissimo margine di miglioramento e ha già dimostrato di essere uno di quelli forti. Dall’altra parte sono contento perché rimaniamo una squadra molto forte. Io sono più vecchio e ho tanta esperienza, lui è più giovane e ha da imparare, però siamo due piloti molto forti, quindi per la Yamaha hanno fatto un buon lavoro. Mi dispiace un po’ per la Suzuki e per Brivio, perché comunque Vinales è uno veramente forte, invece per la Yamaha è una cosa molto positiva.

Potevi avere Perdosa, in alternativa? Bega peggiore avere Vinales, forse?
Secondo me sì. Molto molto forte anche Pedrosa, forse in questo momento anche più forte forse, ma Pedrosa ha già fatto vedere il suo potenziale, invece Vinales ce l’ha ancora inespresso.

A parte l’essere all’interno dello stesso box, con il compagno di squadra non si vive poi così tanto l’appartenenza ad un unico team?
Dipende da che rapporti hai con il tuo compagno di squadra, però se i rapporti non sono fantastici e non lo vuoi vedere, lui è lì, noi siamo qua, ma cambia poco.

Vedere le stizze o le soddisfazioni dell’altro, o i dati dell’altro, può essere vantaggioso?
Sì, beh da noi è tutto aperto, ma penso che adesso tutti i team funzionino così, come in F1, anche in motogp tutti i piloti possono vedere quello che fa l’altro e quindi è un lavoro di evoluzione molto più veloce.

Iannone su Suzuki come lo vedi?
Lo vedo molto bene, nel senso che può essere forte, perché Iannone è un pilota velocissimo, quest’anno purtroppo ha fatto degli errori e ha buttato via, però è veramente uno dei piloti più veloci in pista. Non penso che la Suzuki sia tanto peggio della Ducati. E poi i giapponesi hanno sempre delle idee intelligenti e un modo di sviluppare la moto molto logico.

E per Dovizioso con Lorenzo sarà difficile?
Secondo me è la scelta più logica mettere Dovizioso con Lorenzo perché penso che Dovizioso sia un pilota diverso da Iannone e che cercherà di dargli meno fastidio, nel senso che cercherà di fare un lavoro con lui più collaborativo. Dovizioso ce l’avrà dura? Con Lorenzo ce l’hanno dura un po’ tutti.

Com’è stare al Mugello? E’ vero che non si riesce a dormire?
Anche a Le Mans non si dormiva, perché c’è stato un casino incredibile per tre giorni, quindi al Mugello sarà come a Le Mans.

E poi c’è una trasmissione che ti è piaciuta più di tutte
Top Gear Italia, quella la metto al top (ride, ndr)..

A che tipo di allenamento ti sottoponi? C’è una parte noiosa e una parte bella?
Sì, la parte noiosa è in palestra dove ci si allena con i pesi vari. Sono talmente abituato, negli ultimi anni, quando vado in palestra ci sono tutti i nostri pilotini dell’Academy, oltre che tutta l’altra gente che c’è nella mia palestra, tutti gli amici di Pesaro oltre a Carlo. Poi faccio molto lavoro aerobico, quindi si va a correre e lì si fa ancora più fatica, però poi tanto lavoro in moto. E lì da’ gusto.

Per gli allenamenti in moto, avete scelto l’opzione più bella del mondo. Spero che i ragazzi dell’Academy si rendano conto della loro fortuna
Qualcuno si rende conto, qualcuno meno. Stiamo facendo tantissime cose con la moto, anche a girare Misano, che anche quella è una roba incredibile. Tutti i piloti, tra cui il Sanchio, il Gram, Cadalora, quando mi vedono capiscono la fortuna che stanno avendo. Loro che invece per andare a fare due giri a Misano, non si sapeva come fare. Poi il ranch è un grandissimo allenamento. E poi il resto, tutto quello che può essere motorsport: enduro, go kart, cross poco perché è un po’ pericoloso.

Tu sei fratello maggiore, padre, istruttore o amico di questi ragazzi? Sembra che tu con loro ci stia benissimo
Questa non so se è una cosa di cui mi devo preoccupare o meno (sorride, ndr). Mi sento molto sulla loro lunghezza d’onda, anche se loro hanno 18 anni e io quasi 40. No, babbo naturalmente no, ma fratello maggiore motociclistico, fratello maggiore più che altro con mio fratello.

Dai consigli tu o guardano loro per imparare?
Io do molti consigli a tutti e alcune volte li rimprovero quando fanno delle cose che non mi piacciono. Cerco di spiegar loro, secondo me, cosa hanno sbagliato.

L’Academy è la fucina più produttiva ed efficace di talenti del motociclismo italiano
Sì, assolutamente, perché avendo il mio nome noi abbiamo tanti amici che ci aiutano, appoggiano i nostri piloti e questa è una cosa fondamentale. Poi è molto bello perché comunque allenarsi insieme ti fa crescere sempre di più. Anche quando vai in palestra o a correre, cerchi sempre di battere l’altro. C’è una grandissima competitività, figuriamoci quando andiamo a girare in moto insieme, lì tempi su tempi, bagarre, quello secondo me è molto importante. Al ranch, al pomeriggio è tutto organizzato, nel senso che ci sono free practice, le prove ufficiali, i tempi, alcune volte facciamo la super pole per avere il giro secco, altre volte facciamo un altro tipo di allenamento, ma soprattutto alla fine c’è sempre la manche che è sempre una manche tutti insieme con partenza insieme e l’americana, che invece è bagarre totale e lì ci sono i sorpassi, le linee e quello è molto importante.

Chi rende la vita difficile a Valentino Rossi in quelle gare lì?
Ce ne sono svariati che vanno molto forte. Pasini va molto forte, Morbidelli va molto forte, mio fratello va molto forte, Balda va molto forte e poi io. Noi cinque andiamo un pelo di più. Ma anche Bulega va molto forte, Pecco va molto forte, c’è Migno che va forte. Tutti. I primi dieci sono tutti veloci. Al ranch non si guida pulito, perché non rende, è tutto di traverso.
Anche Graziano dice ancora la sua?
Graziano è molto spettacolare ma lui non cerca la prestazione. Cerca il traverso lungo.

Dopo il finale pesante della passata stagione, quest’anno abbiamo visto delle gare sempre molto corrette tra voi piloti?
Intanto in conferenza stampa oggi parlavo di rispetto che dovrebbero avere i tifosi per tutti i piloti, cioè fare il tifo senza esagerare, deve rimanere una cosa simpatica. Per quanto riguarda noi piloti, l’importante è riuscire a dividere ciò che pensiamo delle persone fuori dalla pista da quello che succede in pista, dove invece bisogna sempre stare un po’ attenti, perché è anche pericoloso.

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Redazione

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