“Vernice” in Vaticano per il Progetto Casa italia Paralimpica a Rio2016
Si è svolta oggi presso la Sala Stampa Vaticana la conferenza stampa di presentazione del Progetto Casa italia Paralimpica a Rio de Janeiro 2016, la casa della delegazione italiana alle prossime Paralimpiadi, che sarà eccezionalmente ospitata presso i locali della Parroquia Imaculada, grazie alla collaborazione della Santa Sede e della Diocesi di Rio.
Quest’anno il Comitato Paralimpico ha scelto di dare vita ad un progetto solidale che lascerà un’eredità alla popolazione locale. Alla presentazione del Progetto erano presenti in veste di relatori il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il Presidente CIP Luca Pancalli ed il Segretario Generale e Capo Missione ai GIochi di Rio, Marco Giunio De Sanctis, Padre Leandro Lenin, della Pastorale di Rio e Monsignore Melchor Sanchez. Ospiti della conferenza, poi, la portabandiera azzurra ai Giochi, Martina Caironi, e lo chef resident di Casa Italia, Gabriele Rubini, alias Chef Rubio. Moderatore, il Direttore della Sala Stampa Vaticana, Padre Federico Lombardi.
Ad assistere alla conferenza anche una delegazione di atleti paralimpici giunti al seguito del rispettivi Presidenti federali: Cristina Scazzosi, Fabrizio Caselli e Anila Hoxha (pararowing), Oxana Corso (atletica), Eleonora Sarti (tiro con l’arco), Mauro Decina (Tiro a segno), Gianluca Raggi (vela), Sara Morganti (paradressage).
Il Cardinal Ravasi, aprendo i lavori, ha detto: “Questo evento ha una storia importante alle spalle, ha un itinerario cominciato da lontano. Perché un Dicastaero della Cultura si interessa dello sport? Per una ragione strutturale: lo sport, come la musica, sono due linguaggi universali, attualmente. Sono un modo di comunicare. tra i giovani, fondamentale. La cultura deve interessarsi allo sport che ha una genesi di tipo sacrale. il mondo classico ha sempre connesso l’aspetto agonistico con la dimensione poetica, unendo nelle olimpiadi gare atletiche e di poesia. E’ significativo che vengano chiamate ‘Para’limpiadi, con una preposizione greca che indica qualcosa di pari, di egual livello, eppure diversa, ma non inferiore. Sport è tentativo di superare le sfide, il limite. Per questo è emblema della grandezza dell’uomo e della donna, che tendono ad andare oltre, verso il trascendente, il divino”.
Luca Pancalli (presidente CIP): “Grazie a Sua Eminenza Ravasi, per aver accolto una mia idea estemporanea, quando ho pensato di legare la nostra Casa Italia Paralimpica a una comunità parrocchiale a Rio. Il Cardinale da subito è stato entusiasta di questa idea e da lì abbiamo cominciato a lavorare. Differentemente dal passato, abbiamo immaginato una Casa Italia più aperta alla sostanza che alla forma, che comunicasse valori e lasciasse alla città di Rio un segno tangibile del nostro passaggio, dei progetti che riguarderanno la pratica sportiva dei ragazzi disabili. Ospiteremo la Delegazione in una Parrocchia, in modo frugale, con tavoli dell’amicizia. Grazie al contatto con Monsignor Sanchez e Padre Lenin, abbiamo trovato la Parroquia Imaculada, ma devo ringraziare anche i nostri partner che ci sostengono e hanno condiviso questa iniziativa: INAIL, Mediobanca, ENI, Fondazione Terzo Pilastro. Tutto questo, ha carattere profondamente innovativo e ci sembra un bel segnale: pensare non solo alle medaglie e alle gare, ma alla dimensione umana di questa esperienza”.
Il Capo Missione ai Giochi, Marco Giunio De Sanctis: “Non parlo in questa veste, però. Su Casa Italia Paralimpica, posso dire che si tratta di un progetto che nasce da un rapporto lontano con la Santa Sede, che risale al nostro evento del 2014, Believe to be Alive. E’ un lavoro lungo un anno, quello che vi presentiamo oggi, che ospiterà quasi 100 atleti in maniera elegante e sobria al tempo stesso, all’insegna della contaminazione, della condivisione. Ringrazio per la partecipazione al progetto lo chef Rubio, che si occuperà di deliziare i palati dei nostri atleti e ospiti”.
Padre Leandro Lenin, giunto per l’occasione da Rio: “Saluto tutti i presenti e ringrazio il Presidente Pancalli per questo evento, perché sarà lasciata un’eredità per l’avviamento della comunità locale alle attività para-sportive. A tutte queste iniziative l’Arcidiocesi sarà di supporto, per il miglioramento delle infrastrutture della città e per avviare progetti di sviluppo sociale degli abitanti”.
Monsignolr Melchor Sanchez: “Noi siamo stati, in questo progetto, trait d’union tra Arcidiocesi e CIP. Questa dimensione della vita sociale, che è lo sport, in Italia ha una peculiarità: i campi di calcetto si trovano accanto alle Chiesa. Anche noi vorremmo un modello simile. Lo sport commuove perché racconta storie ed emozioni, storie di superamento di una sconfitta, di un incidente, siamo felici di questa collaborazione con il mondo dello sport, insieme, e insieme alla fede, possiamo fare molto”.
Martina Caironi, la protabandiera: “Io avrò il grande onore di aprire le danze ai Giochi, portando la bandiera alla sfilata inaugurale. Quando ho saputo di questa notizia, che Casa Italia sarebbe stata ospitata in una Parrocchia, sono stata molto colpita. Trovo bello questo messaggio di condivisione che lanciamo, sono emozionata ed onorata di fare parte di questa esperienza, spero di non deludere nessuno”.
Chef Rubio: “Ringrazio il CIP per questo compito che mi ha affidato, di essere lo chef ufficiale della Casa degli atleti. A Rio mostrerò la cucina per quello che è: condivisione e aggregazione, come simboleggiano i tavoli dell’amicizia che occuperemo tutti insieme, assaggiando proposte del nostro paese e di quello che ci ospita. Sarà un’esperienza stimolante, per me. Ed è un piacere indossare la felpa che avranno i ragazzi a Rio”.
Al termine, è stato lanciato l’hastag dei Giochi: #joinus4RIO2016.
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