Vulpis: calcio a forte rischio contaminazione criminalità. Caso Pescara-Sebastiani faccia riflettere il Viminale
Ci risiamo purtroppo. Siamo in un film dell’orrore già visto. Ciò che è successo nella notte a Pescara, in prossimità dell’abitazione del presidente della Delfino Pescara 1936, l’imprenditore Daniele Sebastiani, è gravissimo oltre che intollerabile.
Il calcio italiano è da tempo a forte rischio contaminazione criminalità. Il caso Pescara faccia riflettere il Viminale, per interventi urgenti in ambito locale.
Intorno alle 3.30 i Vigili del Fuoco e la Polizia sono intervenuti per spegnere un incendio di due auto del patron biancazzurro parcheggiate nel cortile della sua abitazione. Le prime ricostruzioni non lascerebbero spazi a interpretazioni diverse dalla natura dolosa dell’atto. E’ un chiaro atto di intimidazione, collegato presumibilmente al cattivo andamento del club (appena 9 punti e ultimo posto in classifica) in campionato. Il club sarebbe “reo”, secondo molti tifosi, di questa situazione e ciò che è avvenuto a Pescara è un chiaro invito a farsi da parte. Chiaramente siamo alla follia, perché il calcio è passione, ma questa stessa passione non può sfociare mai in violenza gratuita.
- Al presidente Sebastiani la nostra vicinanza e l’invito a non mollare la presidenza e proprietà del club. Non possono essere dei delinquenti che si spacciano per tifosi a decidere il presente/futuro della società di serie A. Solo Sebastiani deve decidere in piena libertà quando e come lasciare, eventualmente. E questa scelta non può e non deve essere legata ad atti vandalici di questo livello ed entità.
- L’ulteriore considerazione è più a carattere generale: in tutte le curve, purtroppo, si stanno inserendo persone spesso legate alla criminalità organizzata (locale). Spesso con l’alibi del tifo svolgono attività non in linea con la semplice passione calcistica. Tutti lo sanno, ma nessuno (a partire dalle forze dell’ordine) interviene in modo corretto. L’intervento avviene solo quando ci si trova di fronte ad episodi di cronaca nera come questo avvenuto nel cuore della notte a Pescara. Invece bisognerebbe prevenire, monitorando quei messaggi in codice (striscioni, cori allo stadio, ecc,) che spesso preludono ad atti vandalici come quelli subiti dal presidente Sebastiani. Non essendo le curve in grado di espellere autonomamente questi personaggi devono essere le istituzioni ad intervenire in misura netta, senza se e senza ma. Spesso si ritiene che il DASPO sia la panacea di tutti i mali e invece non è così. Il Daspo non consente al tifoso “punito” di accedere allo stadio, ma lo stesso se vuole può compiere altri atti al di fuori dello stadio. Ecco perché sarebbe essenziale varare delle norme molto severe nei confronti di questi particolari soggetti noti a tutti, ma che nessuno vuole “toccare” per non si sa quale motivo.
- E sono d’accordo con il presidente Sebastiani quando dice che è dispiaciuto per la brutta figura che la città di Pescara e il suo tifo, fanno in giro per il mondo, alla luce dei fatti di cronaca in esame. Sebastiani ha giustamente sottolineato come la maggioranza dei pescaresi “non è così” e che non lascerà ma il club a dei delinquenti ma solo a soggetti imprenditoriali che saranno migliori della sua persona.
No Comment