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Vulpis (SE): la Juventus ha vinto il 5° scudetto consecutivo, ma il campionato è poco competitivo

Il giornalista economico Marcel Vulpis (direttore dell’agenzia Sporteconomy) è intervenuto ieri ai microfoni di Centro Suono Sport (durante il programma “Gli Inascoltabili” – condotto da Nicola Caprera, Paolo Marcacci e Alberto Mandolesi) parlando, tra le altre cose, della situazione che vive la Serie A italiana, la AS Roma (in lizza per il secondo posto) e il caso della favola del Leicester City di Claudio Ranieri:

“Il Leicester City è una società che avendo conquistato la Premier League prenderà come Merit Payment circa 93 milioni di sterline e questo significa che in appena due anni supererà lo sforzo economico e finanziario che sta portando avanti da 4 anni, per esempio un club come l’AS Roma in Italia. Il Leicester ha dimostrato che, per far decollare il fatturato, è necessario vincere qualcosa di importante., cosa che, purtroppo, all’As Roma non è ancora accaduta perché attualmente non ci sono le condizioni per raggiungere questo obiettivo.
In questo momento in Italia c’è solo una squadra (la Juventus), che continua a vincere, anno dopo anno, e sembra non fermarsi più. E’ una war machine ma se fossi la Juve e mi guardassi indietro non sarei così felice di aver vinto un campionato così poco competitivo; se fossi Roma, Inter o Napoli mi chiederei – invece – come sia possibile che una squadra, che, nelle prime partite, ha perso così tanto possa poi aver conquistato il titolo e con tutto questo distacco.

Più in generale serve una nuova governance del calcio italiano La Lega Calcio inglese è da sempre a supporto di tutti e 20 i cliv della Premiership. Anni fa (nell’estate del 2012), per esempio, ha trattato, per conto del Sunderland, un importante sponsor di maglia del valore di 25 milioni di sterline (il fondo internazionale “Invest for Africa”), perché era l’unico club ai nastri di partenza del campionato senza jersey sponsor. In Italia si sarebbero ammazzati per dividersi i ricavi di questa sponsorizzazione. Non c’è proprio l’idea di un sistema coeso, con obiettivi comuni da raggiungere insieme.

Tornando a questa stagione è pazzesco che la Juventus abbia vinto 5 scudetti di fila, ed è la somma esatta degli scudetti di Roma e Lazio da quando sono state fondate le due società. Questo anche dovrebbe far fare delle riflessioni sul fatto che forse non sono solo i giocatori a contare, ma l’ambiente e perché no i vertici societari. In questo momento solo la Juventus può decidere di perdere il prossimo campionato, perché c’è un gap troppo forte rispetto ai progetti sportivi di Napoli e Roma. Una Juve così forte però uccide il campionato e la sua immagine. Oltre questo poi va detto che oggi, nel calcio italiano, manca in realtà una cultura generale sportiva: e questo lo dimostra il fatto che nei commenti post partita, ad esempio, ho sentito giornalisti sportivi dichiarare che il Frosinone doveva andare a Milano per perdere, come se fosse una vittima sacrificale senza dignità sportiva. E questo è vergognoso, come se il Frosinone non avesse il diritto di essere rispettato come avversario o di potersi giocare la partita fino alla fine. Non c’è competitività e appella del prodotto calcio. A questo punto sarebbe più sensato organizzare un campionato a 16, perché le altre 4 non sono in grado di stare in Serie A visti tutti quei punti di scarto. Non è normale che tra la prima e l’ultima (l’Hellas Verona già retrocesso) ci siano più di 60 punti di distacco”.

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