Vulpis (Sporteconomy) a TeleClubItalia: Le leggi negli stadi devono cambiare. Gli stadi sono paracadute per far sfogare i tifosi.
“Il fatto che io sia romano è solo casuale. In questo caso non è un fatto calcistico, ma sociale. Una persona che ha amore per la legalità non può non indignarsi. Bisogna cominciare a fare dei controlli più serrati sugli stricioni bianchi che entrano negli stadi. Quegli striscioni apparsi all’Olimpico saranno stati scritti all’interno della struttura. La violenza è anche esprimere odio o infamia nei confronti di una persona che sta soffrendo.Antonella Leardi è una signora che ha perso un figlio e merita rispetto e silenzio. E’ clamoroso che a distanza di un anno ancora non siano chiare le dinamiche di quanto è accaduto. Questi modelli di tifo e di giustizia non vanno bene. Come giudica la possibilità di fare ricorso da parte della Roma? Queste persone non hanno bisogno del sostegno della società, non credo che la Roma debba fare ricorso. Non crede che la squalifuca di un turno sia, comunque, una sanzione troppo leggera? Si sta rimandando il problema. Un tempo le squalifiche del campo non erano per settore, queste sanzioni intermedie creano ancora più confusione e favoriscono i tifosi che fanno i furbetti. Oggi è difficile per un singolo tifoso dissociarsi da questi pseudo-tifosi. Io non mi sento rappresentato da nessuno, nè da ultras nè da altri. Quando nascono dei problemi, i capi ultras dovrebbero agire con positività invece di nascondersi”.
Marcel Vulpis, giornalista economico romano, è intervenuto nel corso dell’ultima puntata di Club Napoli All News, in onda su Tele Club Italia, in merito agli striscioni apparsi all’Olimpico in occasione di Roma-Napoli e della sanzione inflitta ai giallorossi. Ecco le sue dichiarazioni:
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