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Vulpis (Sporteconomy): Calcio, stadi, Lotito e lite CONI-FIN


Parliamo di calcio, in particolare di Roma e Lazio. Cosa pensa del nuovo socio dell’As Roma? Chi sarà? “Se fosse Chen Feng potrebbe arrivare esclusivamente dalla trattativa di Rotschild con UniCredit, quindi sarebbe solo la cessione delle quoti di UniCredit. Bisogna vedere se è la cessione del 31% o di una parte solamente, quel che è certo è che Chen Feng è un magnate. Poi non so perché quando i magnati vanno altrove spendono, mentre in Italia hanno sempre le mani nei pantaloni”.
Qual è la differenza tra il progetto della Roma e quello della Lazio? E’ d’accordo con la politica di Lotito? “Lotito è entrato nel 2004 nella Lazio, non sapendo neanche lui come sarebbe andata a finire. Ha preso il club quasi fallito, lo era tecnicamente, e se non avesse fatto degli interventi la Lazio faceva la fine del Bari. Ma ci sono anche le note dolenti. Chi produce calcio deve far divertire chi va allo stadio. E’ chiaro che se lui gestisce il club come un amministratore di condominio, con i conti apposto ma senza investimenti, è tutto molto bello, ma rimarrà nella storia come il presidente meno amato dai tifosi. Ma siccome comanda lui non gli interessa nulla, non credo si coinvolga nel fatto che lo stadio non è pieno. Bisogna capire quanto durerà la contestazione, perché se sono 2-3 partite Lotito fa l’ingrugnato e poi gli passa, ma se continua a lungo va presa seriamente in considerazione”.
La prossima settimana dovrebbe essere presentato finalmente il nuovo stadio della Roma. Che opinione ha in merito? “C’è molta attesa, come ci fu anche per la presentazione dello stadio indetta da Rosella Sensi. Il tendone era stracolmo di addetti ai lavori, poi però non si fece nulla. Per fare uno stadio bisogna capire bene il progetto. Speriamo di non vedere solo un plastico o un bellissimo video, cerchiamo di capire quanto costa e perché costa così tanto. C’è troppa argilla? Problemi strutturali? Poi va capito chi paga, quanto tempo ci vogliono per le autorizzazioni. Non si sa se Marino resterà al Campidoglio. L’intenzione c’è, bisogna capire i tempi. Visto che c’è la mano pubblica di mezzo, sarebbe interessante che il sindaco e Zingaretti si prendano un impegno. Anche Marrazzo ed Alemanno avevano dato l’ok per lo stadio della Sensi, poi non se ne fece nulla”.
La procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta su presunti illeciti legati a fatture per oltre 820 mila euro per lavori di manutenzione della piscina del foro italico in un contenzioso con la coni servizi, proprietaria dell’impianto, e la Federnuoto. Cosa ne pensa? “Prima di tutto va detto che nel complesso, come sistema sport, non ne usciamo bene. Ho trovato troppa leggerezza da parte di Malagò, il quale ha detto che è stato un atto dovuto, prendiamolo per buono. C’è un aspetto simpatico: qualsiasi federazione il bilancio lo fa certificare da un agenzia certificata per la revisione dei conti, allora anche chi ha fatto la revisione del bilancio FIN è passata per “fessa”. C’è molta confusione, speriamo si torni a ragionare di più con la testa ed un po’ meno meno con la pancia. Se vogliamo andare verso le Olimpiadi a Roma bisogna dimostrarsi un po’ più coesi. Non mi sembra una bella mossa di politica sportiva da parte di Malagò quella di inimicarsi la FIN, che rappresenta una delle due più importanti discipline olimpiche estive insieme all’atletica leggera”.
Marcel Vulpis, direttore di Sporteconomy, è intervenuto ai microfoni di Qlub Radio FM 89.3 a Roma e nel Lazio (in streaming www.qlubradio.net) per parlare di piano stadi, delle situazioni di Roma e Lazio e del caso CONI-FIN. Ecco quanto evidenziato della nostra redazione:

Parliamo di economia legata ad uno degli asset strategici dell’Italia, il calcio italiano è ben lontano dai canoni medi dei più grandi club europei. Ad influire pesantemente, oltre alle strutture vetuste di parecchi impianti da gioco, anche il caro prezzi, che allontana la gente dagli stadi. Come valuta tutto questo? “Per la qualità ed il livello obsoleto degli stadi, dovrebbero essere i presidenti a pagare i tifosi e non i tifosi a pagare i biglietti. Basta girare per vedere quanto sono brutti e vecchi gli stadi italiani, sono inadatti ad ospitare uno spettacolo come il calcio. Erano vecchi già nel ‘90, figuriamoci oggi. Il sistema italiano non è mai stato capace di rigenerarsi. Tutto è stato finalizzato all’acquisto dei calciatori, mai c’è stato un  intervento strutturale per creare un asset che fosse la casa dei tifosi. Il calcio dovrebbe far divertire chi lo va a vedere. Il tifoso dovrebbe essere felice, nonostante la spesa. Dovrebbe poter portare i figli allo stadio, mangiare bene, essere in sicurezza e magari poter parcheggiare senza problemi. Al momento non è realizzabile niente di tutto ciò”.

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Marcel Vulpis

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