Yuri Chechi si candida presidente FGI per una Ginnastica vincente
(di Gianni Bondini)* – Juri Chechi si è ufficialmente candidato ieri a Presidente della Federginnastica. Appuntamento a Roma fra un mese esatto: domenica 17 dicembre nel salone del Crowe Plaza Rome St Peter’s (96ima assemblea nella storia della Ginnastica). Agli amanti dello sport, entusiasti sognatori, è come se il Papa chiedesse il permesso per dire messa. Eppure la gara elettorale per il “Signore degli Anelli” non è in discesa. Deve vedersela con uno dei (forse un po’ troppi) dirigenti di lungo corso. Gerardo Tecchi, che, a capo della Commissione Statuto e Carte Federali, conosce gli esercizi per restare in gioco e giocarsela fino alla fine.
Prima della presentazione, alle spalle dello Stadio Olimpico, alla Stazione del Farneto, gli esperti del voto, sussurravano che Chechi sta cecando di scalare una parete molto ripida. E’ in recupero, ma pur sempre indietro (tipo 40 a 60 per cento). Come mai? Per riconoscenza federale, il presidente uscente, Riccardo Agabio, è dato come il primo sostenitore del suo consigliere Tecchi. E nella galassia della ginnastica mondiale si preferirebbe un esperto di “carte” piuttosto che un campione olimpico. Mica vorremmo dare lo sport agli sportivi? Scusate tanto l’impudenza.
Chechi non è soltanto un ex grande atleta, ma conosce i meandri della politica e le insidie delle giurie. E afferma persino che “Bisogna tornare a vincere”. Lo dice con classe, facendo i complimenti alla
gestione Agabio e ammettendo che “devo molto alla Federazione”. E non sono solo parole, perché nel presentare la sua squadra, Chechi promette “Riserviamo un posto a un consigliere dell’opposizione. Per
lavorare assieme”. Una mossa scaltra, ma che può trasformarsi anche in un boomerang elettorale, all’interno del suo gruppo di lavoro.
Da chi ha conosciuto la politica, seppure in ambito locale, come assessore allo Sport (a Prato) ci si aspetteremmo maggiore voglia di potere. E, invece, no. Sul palchetto del Farneto, Juri Chechi, si
muove con la sapienza scenica (giudicando solo quella e non il paragone politico) di Matteo Renzi e persino di Silvio Berlusconi.
Parlando rigorosamente a braccio ha presentato una squadra di governo della Ginnastica dove spiccano i nomi di atleti di livello stellare: Igor Cassina e Fabrizia D’Ottavio. Qualche esperto della “partita
doppia” dei bilanci federali, potrebbe obiettare che i ginnasti potrebbe scivolare sulle carte e sui conti.
Nessuna paura, gli esperti ci sono: sono candidati consiglieri di tutti i settori e persino nel “commerciale”. E sono: Alfonso Di Carlo, Matteo Massetani, Viviana Romeo, Claudio Pasquali, Andrea Facci, Giuseppe Ricci, Roberto Settieri, ecc. Chechi non si nasconde dietro ai suoi cosniglieri e ammette: “Da dodici anni sono fuori
dalla Federazione, il presidente Agabio ha fatto un buon lavoro e sta uscendo di scena. Sì, certo, mi piacerebbe dare il mio contributo, con questo mondo sono in debito».
I suoi obiettivi sono scritti a lettere cubitali: ricreare un settore maschile competitivo e migliorare i rapporti diplomatici a livello internazionale per evitare altre beffe come quelle subite a Rio dalla Ferrari e dalla squadra di ritmica della pratese Pagnini, entrambe finite ai piedi del podio per pochi centesimi di punto.
Chechi non lo dice, ma a coloro che potrebbero pensare che dagli anelli alla poltrona il salto sia molto, ma molto difficile, nel recente passato il Signore degli Anelli da vicepresidente della Federazione Ginnastica d’Italia ha vinto una medaglia di bronzo all’Olimpiade di Atene 2004, che, nel momento più delicato della sua carriera, “al passo dell’addio”, vale come una medaglia d’oro. Il suo sogno pertanto, è un desiderio legittimo e realizzabile.
- giornalista e scrittore sportivo specializzato nei temi della politica sportiva italiana
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