Zenit leader russo per ricavi commerciali, a rischio in caso di esclusione dalle coppe europee
Fermo il campionato di calcio ucraino, prosegue, invece, quello russo come se si operasse in tempo di pace. Il messaggio del Cremlino è chiaro: sui media non bisogna parlare di “guerra”, ma di “operazione speciale”, e tutti i diversi settori industriali (a partire dallo sport) non devono essere in alcun modo influenzati dal conflitto bellico in terra ucraina.
Questa falsa normalità è visibile in diversi format sportivi (inclusi i campionati di volley e hockey ghiaccio, molto popolari in Russia), ma il calcio è sicuramente quello più utilizzato dalla propaganda governativa.
Nella prima divisione, dopo 21 giornate, lo Zenit San Pietroburgo è il leader della classifica provvisoria (nella massima serie vi partecipano 16 squadre come in Ucraina). Fino ad oggi ha totalizzato 45 punti, seguito a distanza dalla Dinamo Mosca (42), dal popolare CSKA Mosca (39) e dal P.F.K. Sochi (38).
Tutti club, che, in linea teorica, potrebbero conquistare, nella prossima stagione, l’accesso alle coppe europee, sempre che sia terminata la guerra e che, nel frattempo, le sanzioni anti-Russia siano state ritirate dall’UEFA.
Lo Zenit San Pietroburgo (in gara per la conquista del titolo nazionale) è la società di calcio che rischia maggiormente, in caso di esclusione. L’ingresso nella fase a gironi di Champions League, tra premi, redistribuzione da market pool, biglietteria e merchandising, infatti, può valere un “tesoretto” compreso tra i 25 e i 35 milioni di euro.
Record di ricavi commerciali
Sotto il profilo commerciale lo Zenit intercetta circa una ventina di aziende partner. Gazprom, con diversi marchi e società, è il proprietario-sponsor del club. Al colosso nazionale dell’energia si affiancano marchi del calibro di Pepsi (soft-drink), Nissan (automotive), Pesco (brand svizzero dell’energia), Nike (sponsor tecnico), Lay’s (snack del gruppo Pepsico) o ancora Bic (penne). Accordi sicuramente a rischio alla luce delle sanzioni internazionali che stanno colpendo l’intero sistema sportivo russo.
I numeri di Football Money League
Se si analizzano gli ultimi dati pubblicati da Deloitte nel report “Football Money League 2021”, sono ancora più visibili i rischi potenziali collegati al conflitto russo-ucraino.
Lo Zenit, nella stagione 2019/20, ha conquistato il 15° posto assoluto raggiungendo i 237 milioni di euro di fatturato. Ma l’aspetto più interessante è stata la crescita esponenziale, nel confronto con l’anno precedente. Mai prima d’ora, infatti, la società di San Pietroburgo era entrata stabilmente nella “top20” a marchio Deloitte.
Nel 2018/19 il valore della produzione si era fermato a 180 milioni (+57 milioni di euro in soli 12 mesi) collocando l’undici biancazzurro in 29ima posizione.
In ambito commerciale c’è stata una vera e propria esplosione dei ricavi: circa 175 milioni di euro (+14% rispetto alla stagione precedente), con un peso pari al 74% del giro d’affari globale. I diritti tv, invece, non hanno superato i 46,7 milioni di euro (20%), mentre la biglietteria ha raggiunto il tetto dei 14,8 milioni di euro (6%).
Il seguito dello Zenit sui social media
Il club continua a crescere anche sui social media e sulle più importanti piattaforme digitali nazionali. Nel 2019/20 il club di San Pietroburgo ha totalizzato 3,1 milioni di fan, con Facebook forte di 1 milione di utenti fidelizzati (su Instagram e Twitter la soglia dei seguaci, invece, non ha superato le 700mila unità). Bisogna considerare poi i numeri raggiunti su “VKontakte”, maggiore rete social in Russia e in Ucraina, dove un altro milione di follower è interessato alle imprese sportive dei biancazzurri.
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