“Miracolo” Arsenal: 14° bilancio in utile. Le ragioni di un successo aziendale
La strategia a lungo termine dei “Gunners”, sul mercato del calcio, è perseguire uno sviluppo sostenibile autosufficiente dal punto di vista economico.
In questo modo i risultati sportivi potranno determinare la crescita dell’Arsenal FC, sia sulla scena calcistica nazionale (Premier league inglese), sia su quella internazionale (nelle coppe europee).
Sotto il profilo economico-finanziario, al 31 maggio 2016, il bilancio consolidato di Arsenal Holdings Plc è stato pari a 464,1 milioni di euro, facendo registrare un utile di 2,16 milioni. Pur non considerando il business generato dal settore immobiliare, l’Arsenal è nel gruppo dei football club che superano il tetto dei 400 mln di euro.
Sempre in ambito gestionale, il club britannico si presenta con una struttura diversificata ed equilibrata dei ricavi (una scelta strategica a livello di management). I ricavi del settore immobiliare, nel tempo, sono serviti a co-finanziare la costruzione della nuova casa (l’Emirates stadium), superando i risultati economici, ottenuti negli anni passati, attraverso le attività di players trading.
L’Arsenal si presenta sul mercato con un fatturato netto molto equilibrato, che dipende per il 28,76% dai ricavi da gare, per il 40,47% dai ricavi televisivi e per il 30,77% dalle entrate commerciali. Gli introiti da gare risultano pari a 131,13 milioni (media biglietti pari a 59.834 ed una capacità di riempimento dello stadio vicina al 99%). I ricavi da diritti tv ammontano a 184,52 milioni; il merchandising, infine, vale 32,29 mln di euro.
Il “cerchio virtuoso” della strategia dell’Arsenal è così riassumibile: gli investimenti nella prima squadra, con l’acquisto di calciatori, devono determinare i successi in ambito sportivo. A loro volta questi ultimi devono alimentare la base dei tifosi e/o dei semplici simpatizzanti. Il bacino di utenza costituisce la potenziale clientela per la generazione di ricavi commerciali e da “match day”. Ovviamente con l’aumento delle entrate si generano profitti che vengono reinvestiti nella prima squadra. In questo modo il cerchio dell’autofinanziamento si chiude appunto in modo virtuoso.
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